Ieri aveva una faccia. No, ne aveva almeno due, ma non stava sotto spirito all’università. Era regolarmente in campo a Trigoria. Che poi si fa presto a dire «regolarmente» di uno che da mesi fa avanti e indietro con l’infermeria, e sempre per lo stesso problema, almeno da bollettino medico ufficiale: infiammazione del tendine rotuleo destro. Insomma, ieri Doni si è presentato con una faccia, la prima: molto sorridente, lui era allegro, perfino ciarliero, che solitamente parla poco. Oh, questa faccia Doni l’ha conservata per tutto l’allenamento, sempre in compagnia del fisioterapista Musa, che ora si occupa anche del portiere, perché quando si tratta di ginocchio chiamano lui. Doni ha corso, senza forzare troppo, ha svolto qualche esercizio, sempre col sorriso. Poi, si è messo a palleggiare, e subito dopo ha cambiato faccia.
Il momento è quello: quando molla il pallone, smette di sorridere, lo sguardo si fa più serio, allunga la mano verso il ginocchio destro, dove c’è una vistosa fasciatura, tocca e a quel punto il sorriso diventa smorfia. Il dolore si fa sentire, sembra quasi che Doni urli. Magari lo ha fatto per scherzo, magari lo ha solo mimato. Fatto sta che qualche minuto dopo stava seduto in panchina, sempre accanto a Musa, e con una borsa del ghiaccio sul ginocchio. Però era tornato quasi sorridente. Vallo a capire. (da Goal.com)