Rassegna Stampa | GaSport | Dopo la vittoria col Bologna è lecito aspettarsi la ripresa della squadra, che nelle prossime partite si gioca una stagione…
C’è stato un tempo in cui il gabbiano Vincenzo Montella sognava il volo perfetto. Si applicava con entusiasmo, abnegazione, sacrificio. Creatività ed eleganza. Crescendo, voli sempre più belli. La sua ossessione era segnare e aprire le ali.
Le sue esercitazioni, realizzare gol indimenticabili e volteggiare come un’aquila, lui gabbiano piccolo e leggero, e che soddisfazione quando volteggiava tra i rapaci. È salito di piano in piano, si è avvicinato alla perfezione e ora eccolo giunto all’ingresso del paradiso dei gabbiani, dove— come il Jonathan Livingston del romanzo di Bach — il gabbiano diventato allenatore imparerà ad addestrare i nuovi arrivati, e allora sì che avrà trovato il volo perfetto.
A lezione Avrà due settimane di tempo per trasmettere le sue conoscenze del volo ai nuovi allievi. Saranno giorni di lezioni, parole, simulazioni. Consigli e lavagnette. Cronometri e decolli. Tattiche e rotte. Schemi e partite. Gol e volteggi. Il primo corso di addestramento si concluderà il 13 marzo, con la prova finale, sul prato dell’Olimpico. I gabbiani romanisti dovranno planare dal cielo meglio di Olympia, atterrare dolcemente su quel mare d’erba, attaccare ferocemente, mostrarsi più rapaci delle aquile che avranno di fronte, segnare, volare. Vincere. Sorpassare. Riconquistare il Paradiso.
Volere e volare Il 13 marzo, il derby. La partita che Ranieri non sbagliava mai, ma, ben prima di lui, che esaltava Montella, gli allargava le ali, gli lasciava il cielo. Otto gol alla Lazio, otto decolli, otto voli. Quattro in un’esercitazione sola, una serata indimenticabile. Vola Montella, vola. Piuttosto, ora fa volare gli altri. Ci prova, ci è riuscito a Bologna, vuole riuscirsi ancora, vuole volare fino a maggio, nei cieli d’Europa, e, chissà, prendersi il brevetto pure per le prossime stagioni. Ma intanto, ci sono tappe, scali, aeroporti intermedi. Tutti atterraggi che nascondono insidie, l’emergenza non passa con un colpo di cloche. Le ali si sono rattrappite già in tante occasioni, e in questo inizio d’anno quante volte del volo è rimasta solo l’intenzione. Dieci punticini nel 2011, è il bilancio della Roma. Anche la Lazio ne ha presi di più, 14. Servono altri decolli perfetti. Almeno tre. Ecco. Tre partite in due settimane, quattro con quell’impresa temeraria in Ucraina. Parma, Lecce e Lazio. Possono cambiare tutto. Ora o mai più. Con nove punti si può tornare al quarto posto. Con nove punti si potrebbe sorpassare la Lazio. Si parte da 42 a 48. Sì, rosicchiando, colmando, lasciarsela alle spalle. Proprio nel derby. Servono voli acrobatici, certo. Serve vincerle tutte, mentre a loro serve volare a bassa quota, pareggiarne due, con Cagliari e Palermo, e perdere lo scontro diretto. Insomma, dovrebbero volare da quaglie, per guardare con il becco in su i gabbiani.