Roma, il ballo mascherato

Rassegna Stampa | Leggo | Finalmente ieri alle 18 sono arrivate le offerte vincolanti per l’acquisto dell’AS Roma.

L’offerta più alta dovrebbe essere quella del fondo Aabar, ma oltre agli americani sono in corsa anche altre due offerte…

Le carte sono scoperte, o quasi. Alle 18 di ieri sono finalmente arrivate le offerte vincolanti per l’acquisizione dell’As Roma sul tavolo di Rotschild (l’advisor delegato alla vendita della società giallorosa). A quelle prevedibili di Giampaolo Angelucci e della cordata americana rappresentata da Thomas Di Benedetto, si sono aggiunte due buste (una quinta busta proveniente dalla Francia è considerata del tutto ininfluente).
Una porta il timbro del fondo Aabar e conterrebbe un’offerta da 140 milioni di euro che (sulla carta) sbaraglierebbe la concorrenza. L’altra è ancora anonima ma maschererebbe, secondo fonti vicine alla banca, l’interesse di una cordata capitanata dal magnate egiziano Sawiris e di cui farebbe parte anche il presidente della Roma Rosella Sensi. Il presidente di Wind (recentemente confluita nell’super-azienda russa Vimpelcom) aveva dichiarato 3 mesi fa di aver presentato un’offerta da 130 milioni a Unicredit e nutre da tempo un rapporto di profonda amicizia con la Sensi. L’offerta sarebbe appoggiata dal colosso russo delle telecomunicazioni e avrebbe l’intenzione di nominare la Sensi come presidente onorario del club. Solo voci, per ora.
Di sicuro c’è l’offerta della cordata bostoniana con la quale Unicredit ha già trovato una bozza d’intesa: 120 milioni per il 67% del pacchetto e l’impegno da parte della banca di occuparsi della ricapitalizzazione mantenendo il 33% del club. Da cedere in un secondo momento a un imprenditore italiano (Parnasi o Angelini).
Pochi minuti prima dell’offerta americana era arrivata quella di Giampaolo Angelucci, assistito dalla Banca Imi. L’offerta di Angelucci (che fa sapere attraverso il proprio entourage di essere moderatamente ottimista) in realtà appare la più bassa (50 milioni subito e 40 per la ricapitalizzazione) ma prevede un piano industriale in grado di coprire i debiti della società (in prospettiva quasi 70 milioni) e una congrua somma da reinvestire sul mercato. Un progetto da non sottovalutare considerando che la Newco Roma valuterà l’offerta «non solo considerando i criteri quantitativi ma anche qualitativi» (come dichiarato da Italpetroli in un comunicato).
Tra gli americani e il re delle cliniche (ed editore) però ci si è messo Aabar. Il fondo sovrano di Abu Dhabi sembrava aver raffredato il proprio interesse, ma è stato il primo a consegnare l’offerta vincolante sul tavolo di Rotschild attraverso la società lussemburghese Claraz Sa. C’è da considerare però che Aabar detiene il 4,99% delle quote Unicredit. Un segnale questo che non chiarisce bene la posizione degli arabi.
L’offerta di Aabar è vicina ai 140 milioni, comprendente un piano di ricapitalizzazione interamente a suo carico. Specchietto per le allodole o interesse concreto? I tifosi della Roma lo scopriranno entro metà marzo. Da domani infatti le «blinding offers» arrivate a Rotschild verranno girate alla Newco Roma presieduta da Attilio Zimatore e composta da Rosella Sensi come consigliere per Italpetroli e da Antonio Muto da parte di Unicredit.

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