«Ragazzi, mi sono ripreso la Roma»

Rassegna Stampa – Gasport – Dopo il grande freddo, lo scongelamento, e la piacevole riscoperta del calore. Il calore umano, e sì che ne aveva bisogno. Le parole al miele (e al fiele, per qualcun altro) dell’amico Daniele De Rossi, gli vengono riferite prontamente, sono ben più che una vigorosa pacca sulla spalla. Sono un abbraccio supplementare, dopo quella morsa d’«amore» che li ha stretti al fischio finale di Milan-Roma. «E lì — confida —, quando ho visto lui e i compagni venirmi incontro per abbracciarmi, un po’ mi sono commosso». A Fiumicino, nel cuore della notte, appena varcata la soglia degli Arrivi, quel grido comune —« Daje Doni Daje » — è come la completa riabilitazione.

Doni, si è ripreso la Roma?

«Dopo tanto tempo ho avuto un’occasione e credo d’averla sfruttata bene, dimostrando di essere all’altezza anche di questa Roma».

Come si sente?

«Felice, soddisfatto, ma stravolto. Dal freddo e dalla stanchezza. Adesso posso dirlo: non è stato facile rientrare a San Siro, contro il Milan, in quelle condizioni climatiche, e dopo tanta inattività. Un conto è allenarsi, tutt’altro giocare partite vere. Mi mancavano, in effetti».

Ci spiega come è riuscito a ipnotizzare Ibrahimovic?

«Ho fatto ciò che in quelle circostanze si richiede ad ogni portiere: restare in piedi. Niente di più, perché onestamente più che parare io ha sbagliato lui. Per il resto, è stata una serata tranquilla».

Le avranno riferito le parole di Daniele De Rossi: l’ha difesa a spada tratta, l’ha messa sullo stesso piano di Buffon, ha ricordato di quando giocò a lungo infortunato, ha detto che lo spogliatoio ha sempre creduto nelle sue qualità. Insomma, una gran bella pubblicità.

«Sinceramente, non me le aspettavo di questo tenore. Cosa devo dire? Sono parole bellissime, mi riempiono d’orgoglio, lo ringrazio».

De Rossi ha usato parole forti anche per stigmatizzare chi in questi mesi l’ha criticata in radio.

«(Sorride…) Ripeto, lo ringrazio, per me le sue parole sono un attestato di stima, tutto qua».

Doni, e ora?

«E ora cosa? Tra poco parto, alle sei ho un aereo per il Brasile, viaggio con Juan e Adri. È quasi Natale, ci rivediamo nel 2011».

Intendevamo, e ora che succede, torna titolare?

«Piano… fosse per me, ma non sono io che devo rispondere a questa domanda, sono altri che devono decidere. Io mi sono fatto trovare pronto e, almeno per una sera, posso dire di essermi ripreso la Roma. La mia Roma».

P.S. Alla Malpensa, mentre si vaga nei lunghi corridoi dell’aeroporto deserto alla ricerca del gate giusto, Doni se lo coccolano un po’ tutti, i compagni brasiliani, Mexes, Bruno Conti, Daniele Pradè. Il direttore sportivo scherza (scherza?): «E ora posso venderlo a gennaio». Lo richiedono in Inghilterra, l’Aston Villa gli farebbe ponti d’oro e, soprattutto, gli darebbe un posto fisso. Mentre si fanno tutte queste considerazioni, mentre si azzardano nuove, anzi vecchie gerarchie, Julio Sergio se ne sta in un angolino, ferito all’adduttore e «schiaffeggiato» da De Rossi. Il fiele di cui sopra. «Ma io — sussurra Julio — al rientro dalle ferie sarò completamente guarito…».

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12 commenti su “«Ragazzi, mi sono ripreso la Roma»”

  1. Ma come?? Fino ad un minuto prima di Milan-Roma tutti lo volevano mandare via a calci nel sedere ed ora tutti lo vogliono come primo portiere?? Bah
    Doni è un buon portiere, ma ha un ingaggio troppo pesante ed io continuo a preferirgli Julio Sergio.

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  2. Credo che la Roma, al momento, non possa permettersi di tenere in rosa sia Doni che Julio Sergio.
    A questo punto vendiamo Doni a gennaio, anche perchè dopo la partita di sabato avrà ripreso quotazioni-mercato, e reinvestiamo il ricavato per prendere un esterno di centrocampo (ruolo dove siamo scoperti).

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    • Ci sarebbero anche delle squadre che hanno bisogno urgente di un portiere, ad esempio il Genoa e la Fiorentina. Tutte e due stanno andando su Marchetti che è quasi gratis ma chi lo perde potrebbe essere interessata a Doni. Se Pradè si dà una mossa forse riusciamo a risparmiare qualcosa da reinvestrire sul mercato.

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      • Meglio venderlo all’estero.
        Prendiamo qualche soldino in più e non rafforziamo una squadra del nostro stesso campionato.

  3. x me doni rimane sempre na pippa!!! l’unica uscita che ha fatto su palla alta è andato a Vuoto!!! nell’uscita Su Ibra è stato fortunato xkè la palla è rimasta dietro al corpo dello svedese!!

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  4. Sono d’accordo con giuseppe doni un gol come lobont in supercoppa italiana sotto le gambe nn l’ha mai preso in tutta la sua carriera.Abbiamo due grandi portieri l’importante pero’ e’ chiarire le gerarchie xke’ coi portieri bisogno farlo a differenza degli altri ruoli.

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    • D0accordo ma attenzione ad avere la memoria corta. Qualcuno si ricordi le 2 gare col Panathinaikos dell’anno scorso. Due partite da far vedere nelle scuole calcio perchè racchiudono tutto quello che un portiere NON deve fare.

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      • mah, cn il Panathinaikos e lo avevo detto anke l’anno scorso nn ha grandissime colpe, alla fine l’unico vero errore è stata l’uscita sbagliata sull’1-1 all’andata poi la rovesciata gran gol nn ha avuto il tempo d chiudere le gambe
        al ritorno poi nn mi sembra il maggior responsabile della sconfitta, forse sul tiro d Ninis poteva fare d più xò il rigore nn era colpa sua
        kmq x me rimane più forte Julio Sergio, nn dimentichiamoci d lui x una buona prestazione d Doni xké lo demoraliziamo

  5. sono contento per doni perchè mi è sempre piaciuto tanto come portiere, ha attraversato un periodo particolare con tanti infortuni che nn gli permettevano di giocare bene e con continuità, però è un portiere che se sta bene e in condizione è un signor portiere e sabato lo ha dimostrato, x questo io infatti spero che nn venga ceduto a gennaio xkè doni è un grande portiere che ci pùo tornare utile e poi secondo me è molto più forte di lobont(cn tutto il rispetto x lobont che nelle partite in cui ha giocato ha giocato bene)secondo me nn c’è paragone tra i due

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  6. perchè metterli l’uno contro l’altro?Sono due grandi portieri ed è un patrimonio per la società ma soprattutto per chi ama la Roma.

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