Totti caricato a pallettoni per la Supercoppa Italiana

Rassegna Stampa – Il Messaggero – Francesco Totti alza la voce. Domani la Roma giocherà contro l’Inter per la Supercoppa e il capitano, conoscendo alla perfezione il pianeta giallorosso, ha capito che era arrivato il momento di dire qualcosa di romanista.

«Sono contento e molto motivato nel sapere che i nostri tifosi ci seguiranno numerosi a Milano per la finale di Supercoppa Italiana. Speriamo di far rivivere loro tutte le belle sensazioni vissute in queste ultime stagioni, dove il protagonista è sempre stato il gruppo. Un gruppo splendido»

le sue prime parole pubblicate su internet. E poi.

«Un gruppo splendido: calciatori, ma anche la proprietà, la dirigenza e tutte le persone che giornalmente lavorano in silenzio, attaccate a questa maglia, con professionalità, passione e senza avere il bisogno di apparire».

Apparire. Un verbo non casuale. Totti ci tiene alla serenità del gruppo e specialmente nell’ultimo periodo non ha gradito un sacco di cose, tensioni tra dirigenti con soffiate, spiate e affini, oltre al termine mele marce riferito a un giocatore come Doni, che alla Roma in questi anni ha dato molto e che ha la colpa di aver giocato per molti mesi con un ginocchio bucato (Doni è pronto a querelare chi lo ha offeso). Totti fa il capitano e, alzando la voce, difende la proprietà, i compagni e soprattutto dirigenti come Pradè e Conti, che da sempre hanno la Roma nel cuore e che poco appaiono.

«Qui da noi non ci sono mele marce, come qualcuno sostiene, questo volevo precisarlo»

Un Totti caricato a pallettoni alla vigilia di una partita delicata e importante, che arriverà dopo giorni e giorni di tensioni. E’ stata la settimana delle mele marce, cioè della squadra divisa in due, delle polemiche mai pubbliche tra i dirigenti, è stata pure la settimana dei primi abboccamenti per il passaggio di consegne della società dalla Banca a nuovi proprietari. Ma è stata, e lo è ancora, la settimana di Inter-Roma, prima della stagione. Una prima che già assegna un titolo, quel titolo che manca a Trigoria dal 2006, Inter-Roma, 1-0, gol di Daniele De Rossi su calcio di rigore. Anche per questo Totti a poche ore dal match ha voluto dire la sua. Senza dire, senza fare nomi; ma chi doveva capire, avrà capito tutto.

Totti vuole la coppa, per arrivare a dieci trofei vinti, dieci come il numero della sua maglia. Dieci trofei, tanti ma allo stesso pochi per uno come lui. Vittima in questi anni della frustrazione procurata dallo strapotere dell’Inter, che ha vinto tanto e tanto ha tolto alla sua Roma. Un paio di scudetti, almeno. L’Inter ha ancora fame, dice Stankovic; Totti ne ha di più, ha mangiato meno del suo collega interista. Che ha anche aggiunto proprio su Francesco:

«A luglio ha detto che l’Inter è tutelata dagli arbitri, ma lui stesso sa che non è così. Ha parlato in quel modo per la delusione del finale di stagione. Non credo che l’Inter sia stata tutelata, ma ha vinto perché ha meritato più di tutti, e lo sa anche Totti. Adriano? Mi ha sorpreso il suo ritorno in Italia. Non me lo aspettavo, ma sono molto contento per lui. Significa che è pronto a nuove sfide e che ha ritrovato la strada giusta»

Ma torniamo a Totti, alle sue parole. Parte dalla fine, il capitano, dall’entusiasmo e da quella voglia di stringersi un po’ da parte della gente in quell’inutile Chievo-Roma, ultima di campionato. Tanti erano, tanti saranno i sostenitori giallorossi a San Siro, ventimila. Alla Roma sembra cambiato tutto, per la gente non è cambiato niente. To be continued, c’era scritto su uno striscione a Verona: domani sera al “Meazza” l’occasione per la Roma di dimostrare che quella frase non era falsa.

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