«Sono caduto e ho capito come ci si rialza». Come Francesco Totti, anche Adriano ha pensato al ritiro. Non quello di Riscone – perchè fa già parte della sua seconda vita – voleva proprio smetterla con il calcio. A rivelarlo è l’Imperatore in persona, che ora ha tanta voglia di tornare protagonista: “Non avevo problemi di dipendenza dall’alcol ma di depressione. Mi sentivo triste e solo. Poi sono andato in Brasile, sono cresciuto come uomo grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Ora sto bene, state tranquilli”.
Ha riso di gusto ieri, quando il fisioterapista Vincenzo Buzzi si è mascherato da Uomo Ragno e ne ha frenato la corsa in campo. Umiltà e spirito di sacrificio: la strada di Adriano è lunga ma l’approccio sembra quello giusto: «È inutile dire che sono dimagrito dieci chili, non mi credereste. Io non devo parlare, contano solo i fatti. Sto bene, miglioro quotidianamente, ma c’è ancora molto da lavorare. Gradualmente sto conoscendo i miei nuovi compagni: questa è una famiglia, un gruppo allegro in cui tutti stanno aiutando ad inserirmi. Ho scelto Roma per far dimenticare i momenti bui. La felicità è tutto nella vita: se sorriderò, i risultati arriveranno». Tra questi, c’è il ritorno in Nazionale: «Il mio obiettivo è tornare ad indossare la maglia della Selecao. Mi aiuterà la Roma: saremo competitivi su tutti i fronti. Io sono venuto per vincere lo scudetto subito e non vedo l’ora di cominciare con la Supercoppa. L’accoglienza con diecimila tifosi alla presentazione del Flaminio mi ha fatto o pensare alla torcida di Rio».
Poi parla del rapporto con Ranieri: «Il mister mi stimola continuamente e mi ha detto di non avere fretta. Io vorrei dimostrare tutto e subito, ho deciso di tornare com’ero». Con Totti, si è visto subito, il feeling è speciale: «Con lui c’è già una grande intesa, in campo e fuori. Francesco è una grande persona e un esempio, mi piace il suo modo di sdrammatizzare sempre». L’attacco ha diverse soluzioni, il tridente più Menez è senz’altro quella più ardita: «Sulla carta è affascinante, ma attaccare non basta. Dobbiamo soffrire e sacrificarci tutti per il bene della squadra. Mi trovo bene partendo dalla fascia destra e non è la prima volta che gioco in quel settore del campo: anche con Mancini, all’Inter, fui utilizzato così». Menez, appunto, pare l’uomo più in forma. «Jeremy ha qualità per imporsi ad alti livelli, non lo conoscevo molto ma in questi primi giorni mi ha impressionato».
Anche Pizarro ha elogiato Adriano: «È un ragazzo timido e sensibile, dobbiamo aiutarlo. Se tornasse il grande campione che tutti abbiamo conosciuto, il divario con l’Inter diminuirebbe sensibilmente». Sulle prospettive della Roma, il «Pek» si è sbilanciato: «Voglio vincere questo maledetto scudetto, ci siamo andati vicini due volte. Nel 2008, senza parlare di malafede, il campionato è stato falsato da alcune decisioni arbitrali che ricordiamo tutti bene». Molto scettico, invece, sul tridente più Menez: « Sarebbe splendido vederlo all’opera nelle partite che contano ma, a occhio e croce, mi pare difficilmente proponibile».
Capitolo mercato: i soldi per acquistare Burdisso potrebbero arrivare presto o tardi dalla Grecia. A Doni sarebbe interessato l’Aek Atene, mentre per Baptista (che ieri si è sposato a Madrid) non è ancora da scartare l’ipotesi Olympiacos. A Burdisso, sempre fiducioso su una sua permanenza alla Roma, l’Inter ha concesso altri cinque giorni di riposo: doveva aggregarsi il 25, lo farà il 30.
A Riscone si è tenuta una manifestazione con l’asta benefica delle maglie giallorosse e il ricavato è stato devoluto alle famiglie colpite dall’incidente ferroviario della Val Venosta.