Il Tempo: “Unicredit venderebbe subito gli asset, anche la Roma”

Rassegna Stampa – Il Tempo – Sono ore decisive per il futuro di Italpetroli e, inevitabilmente, della Roma. Gli avvocati dei Sensi, Agostino Gambino e Antonio Conte, e quelli di Unicredit, Francesco Carbonetti e Valerio Di Gravio, si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio di oggi in uno studio legale romano. Probabilmente non sarà un incontro risolutore, ma un’altra tappa di avvicinamento al 5 luglio, ultimo giorno utile per sottoscrivere un accordo che metta fine alla lunga e tormentata querelle tra Italpetroli e la banca, creditrice per 325 milioni di euro più interessi nonché azionista al 49% della holding. Lo scorso 23 giugno le parti sono uscite dall’udienza arbitrale con l’intenzione comune di tentare una conciliazione. Il presidente del collegio arbitrale, il professor Cesare Ruperto, è stato chiaro: il 5 luglio o si firma l’accordo oppure sarà lui a decidere.
Le posizioni si sono avvicinate rispetto a quelle di partenza ma c’è ancora da lavorare: oggi i legali presenteranno nuove proposte di intesa. Venerdì scorso un portavoce della banca ha parlato di «spirito di collaborazione» ma anche di una significativa distanza sui contenuti economici e sulla struttura del possibile accordo. Quindi al momento non esiste un’ipotesi di operazione condivisa».
Il nodo è la valutazione degli asset che passerebbero sotto la gestione di Unicredit e verrebbero immediatamente messi in vendita con mandati irrevocabili da affidare a terzi. Tra questi c’è senz’altro la Roma e la banca guidata da Alessandro Profumo ha già individuato in Rotschild l’advisor da mettere alla ricerca di potenziali compratori per il club giallorosso. La strategia dei Sensi è chiara e comprensibile: alzare il più possibile la valutazione dei beni da cedere alla banca aumenterebbe il «residuo» (cioè il numero di immobili) da mantenere nel proprio portafoglio in seguito all’accordo.
Al tempo stesso incombe su Italpetroli la questione della continuità aziendale: l’assemblea posticipata al 7 luglio potrà approvare il bilancio soltanto in caso di un’intesa con Unicredit. L’intricata trattativa tiene sospesi i movimenti della Roma. Ranieri e i dirigenti aspettano chiarimenti, intanto si continua a lavorare, per quanto possibile. Domani il ds Pradè sarà a Milano ed entro venerdì incontrerà Branca dell’Inter per Burdisso. Ma per la conferma dell’argentino in giallorosso bisognerà aspettare l’inizio di agosto. Il futuro di Italpetroli, invece, va deciso subito.

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9 commenti su “Il Tempo: “Unicredit venderebbe subito gli asset, anche la Roma””

  1. la roma non è a rischio fallimento (unico punto sicuro) a meno che non trovano imbrogli passati (ovviamente). Le alternative per la roma sono:

    1) venduta direttamente dalla sensi; i soldi ricavati andrebbero a colmare parte del debito di IP e la roma avrebbe un nuovo proprietario e nuovi fondi (teoricamente se non arriva uno come lotito)

    2) Unicredit passa alla forza (o si mette d’accordo con IP) e si impossessa degli asset di italpetroli (ergo anche la roma). In questo caso la banca cercherebbe in tutti i modi di vender la roma (quindi la roma avrebbe comunque nuovo proprietario e nuovi fondi)

    3) Nessun accordo e si va a sentenza; in questo caso la roma rimarrebbe in mano sensi fino alla decisione del tribunale (conoscendo questo genere di cose, minimo 2 anni); risultato: due anni di agonia come qusti ultimi (pochi soldi, mercato a parametro 0 e cessione di giocatori di qualità).

    4) Non so come, ma la sensi riesce a tenersi la roma colamndo (in parte o in totale) il debito verso unicredit. /tramite gli altri asset o il superenalotto)

    Sinceramente spero nelle prime 2. La 1 sarebbe la cosa migliore. Indolore e piu pratica.

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  2. chiarisco alcune cose: la as roma nn può fallire in quanto società che nn ha debiti in essere..in caso di fallimento di IP sarebbe nominato un curatore fallimentare con il compito di vendere tutti gli asset di proprietà della stessa IP, tra cui anche la roma, per ripagare i creditori ( tra cui Unicredit)..per quanto riguarda l’eventuale compensazione del credito della banca con il 49% della partecipazione in IP, questa è giuridicamente vietata….quindi cmq vada la roma prima o poi dovrà essere venduta….a meno che la sensi nn riesca a tenersi la roma dando in gestione tutti gli altri asset di IP ad unicredit…ipotesi al momento molto remota, ma nn impossibile…

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  3. scusate la domanda
    magari sto per dire una boiata pazzesca
    ma se unicredit è proprietaria la 49% di unicredit, non è anche suo il debito per il 49%??
    e essendo la stessa banca la creditrice, il 49% dei debiti non andrebbe in compensazione???

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  4. “Strano, perchè gli Arabi si possono comprare una squadra come il Manchester City, e mi sembra assurdo che nessuno con i soldi vuole comprare la squadra della Capitale del Mondo, ROMA!!!
    Angelini, un Magnate Americano a me andrebbero + che bene.”

    Ma scusa, chi la vuole la Roma?
    Quando si parlò di un compratore estero TUTTI; E DICO TUTTI, i politici (e anche i giornalisti della Rai) si misero in mezzo con sta storia che era meglio un imprenditore nostrano…

    Comumque, il patrimonio dei sensi è stimanto poco più del credito di Unicredit.
    Si parla di poca roba, qualche milione di avanzo.

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  5. Oggi, un altro giorno per mettersi d’accordo. Tra oggi e domani, o comunque entro questa settimana, Unicredit e Italpetroli sono OBBLIGATI a torvare un accordo, perchè se a partire da lunedi prossimo, 5 luglio non si è trovato ancora un accordo, sarà Ruperto a decidere le sorti della Sensi. Ragazzi, è peggio di quanto nei peggiori dei modi possiamo pensare. In effetti molti hanno debiti, Liverpool (che attualmente un pò rischia), Manchester United, lo stesso Chelsea, ma la differenza è che loro non hanno problemi perchè hanno dei fondi economici che gli fruttanto sempre un sacco di soldi, e quindi non hanno problemi ha risanarli. L’A.S. Roma no, la Sensi no. Il debito per fortuna è stato tutto spostato su italpetroli, ma non è cambiato praticamente niente visto che se uno ha un debito, ne ricade su tutte le sue proprietà, quindi in questo caso con la Sensi, ne ricadrà su tutte le sue proprietà, tra cui l’A.S. Roma.
    E’ sconcertante che la Rosella Sensi ancora non se ne sia accorta. Lei non è come Moratti, perchè alla squadra lei applica un autofinanziamento:
    Io pensavo che i soldi di Aquilani servivano a pagare i suoi debiti, ragazzi invece no!No?Si, no!Perchè?Perchè con quei soldi ci ha pagato gli stipendi, con i soldi di Chivu e degli atri venduti, ecco dove sono andati a finire i soldi!Nel nulla!Solo per pagare gli stipendi a chi ha un contratto con la Roma. E’ vero perchè, come conferamto da Unicredit, da qui a quattro anni fa, LA SENSI NON HA PAGATO 1 EURO A UNICREDIT!!!
    Questo significa che si Unicredit e Italpetroli cercheranno (per forza) un accordo in amicizia, ma dovranno fare in fretta, perchè il 5 luglio si rischierà il pandemonio. Unicredit vuole i soldi, e deve pressare per riavere quei soldi che non sono pochi!!!Si parlava del progetto Stadio, Sensi ma quale Stadio che non hai un euro per pagare i tuoi debiti!!!
    Fino ad ora ho scoperto che nè Franco Sensi nè Rosella Sensi hanno mai pagato Unicredit!!!Questo è sconcertante!!!Ricordate quando c’era Franco Sensi?C’erano 500 Milioni di euro di debiti, addebitati sull’A.S.ROma, pazzesco!Ma lo sapete come sono stati pagati quei debiti?
    49% di Italpetroli a Unicredit + altrettanti Asset!Mai di tasca propria!
    Ora l’A.S. Roma rischia il fallimento. Io sono ottimista, ma bisogna anche guardare in faccia alla realtà. Ecco cosa si rischia:
    1)La Sensi va in galera. La Roma, Italpetroli vanno in fallimento. A.S. Roma 1927 cesserà di esistere, si ritornerà alle categorie Provinciali, nascerà la nuova A.S. Roma 2010. Potrebbe accadere come successo al Treviso, non gli hanno fatto sconti e alla fine è andato in fallimento, due anni prima del 2009 stava in serie A, due anni dopo si ritrova con gli allievi provinciali, unica categoria del Treviso, rinominato Treviso 2009.
    2)La Sensi deciderà di vendere tutti i giocatori presenti nella Rosa della Roma, sconcertante ma possibilie. De Rossi(35M), Mexes(15M),
    J.Sergio(8M), Juan(12M), Riise(10M), Pizarro(5M), Brighi(5M), Taddei(5M), Perrotta + Cassetti(5M), Cerci(5M), Vucinic(30M), Simplicio(5M),
    Menez(10M), Totti(5M), Okaka(5M). Totale = 160M neanche basterebbero.
    Quindi soluzione impossibile, fino a prova contraria ç_ç
    3)Si decide che la Sensi rimane e paga i debiti quando vorrà, soluzione impossibile, fino a prova contraria -_-

    La cosa certe sono due:
    O si vende la Roma che vale 250M + Italpetroli 100M e quindi con 350M la banca può diminuire gli interessi;
    O si va in Crack e sarà fine per l’A.S. Roma.

    Strano, perchè gli Arabi si possono comprare una squadra come il Manchester City, e mi sembra assurdo che nessuno con i soldi vuole comprare la squadra della Capitale del Mondo, ROMA!!!
    Angelini, un Magnate Americano a me andrebbero + che bene.

    Sensi vai via!

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