Adriano: “Vengo a Roma per orgoglio, non per soldi”

Rassegna Stampa – Il Romanista – L’Imperatore Adriano si riprende l’Italia. «Torno in Italia non per soldi ma per orgoglio. Ci ho giocato sette stagioni e mi mancava qualcosa per cancellare il modo brutto in cui me ne sono andato. Volevo avere di nuovo l’occasione di mostrare agli italiani il mio calcio. Glielo dovevo e ho deciso di tornare di comune accordo con mia nonna e mia madre. Ora sono felice, torno nella città degli imperatori». Una dichiarazione, fatta nella conferenza stampa d’addio al Flamengo, nella quale si racchiude tutta la vita dell’attaccante di Rio de Janeiro, dove è nato il 17 febbraio 1982, tre giorni dopo una bella vittoria casalinga per 3-0 col Torino della grande Roma di Liedholm. Quella che grazie a Falçao ristabilì un rapporto solidissimo col Brasile fino al punto di diventare la squadra italiana più teletrasmessa e più tifata da quelle parti.

Adriano sarà il ventinovesimo brasiliano della storia giallorossa (poi arriverà Simplicio), ma a differenza di quelli che già ci sono (Julio Sergio, Taddei, Juan su tutti) lui è un carioca vero, di quelli che impersonificano tutti i pregi e difetti di Rio de Janeiro. Il sentimento, la povertà dell’infanzia, le partite a pallone sulla spiaggia di Copacabana, la voglia di divertirsi oltre le righe e di godersi la vita, che come rovescio ha la depressione che prende chi si sente lasciato solo. Ecco, se Roma vorrà davvero vedere di che cosa è capace Adriano dovrà amarlo e fargli sentire tutto il suo calore. In tal caso la simbiosi tra il giocatore e la sua nuova gente potrà produrre effetti devastanti per gli avversari, perché se Adriano è motivato davvero allora nessuno riesce a tenerlo.

Quanto alla saudade, assicura: «No, tranquilli. Sono tornato in Brasile per ritrovare la mia felicità e a Rio e al Flamengo l’ho ritrovata. Però ora sono stato due anni a casa, posso ripartire tranquillo, con la sicurezza che non avrò di nuovo nostalgia. E poi in Italia porterò la mamma, la nonna e il figlio che ho avuto dalla mia ex compagna, dunque non sarò solo». Ecco, si torna sempre lì, a quella maledetta solitudine che qualche anno fa lo prese alla gola dopo la morte del padre, che lo aveva seguito passo passo e con il quale aveva un rapporto viscerale. In quel momento ad Adriano cadde addosso il mondo e cominciarono a farsi vive le idee strane, le birre, le notti in discoteca sempre più lunghe e quel tipo di donne che girano sempre intorno a chi ha molti soldi. Da lì iniziò il declino che lo portò a dire basta ai soldi dell’Inter, all’Italia e a quella pressione che lo stava stritolando. A Rio, tra la gente della favela dove è cresciuto conoscendo la povertà, è stato di nuovo capito e, se necessario, nascosto. Grazie agli affetti è rinato e quel soprannome, l’Imperatore, è sembrato di nuovo appropriato.

Così come quell’Hulk che gli venne dato da Fabio Caressa per il fisico dirompente che mostrò un giorno dopo un gol. Al di là dei muscoli, però, Adriano è un gigante buono, legatissimo alla famiglia e a quella nonna che da piccolo gli preparava i popcorn (pipoca in portoghese), dei quali era ed è golosissimo. E proprio Pipoca era il suo soprannome dell’infanzia. «A Roma sarò il 6 giugno per definire il mio trasferimento. Per ora c’è solo un accordo verbale ma per me non c’è alcun altro posto dove posso dimostrare di essermi ripreso – ha proseguito Adriano – Sono affascinato dal progetto della Roma, che mi è venuta a cercare in Brasile e che mi sta dietro da sei mesi. Non mi sento all’altezza di un grande come Totti, non posso paragonarmi a lui. Però mi sforzerò di essere alla sua altezza e penso che potrò contribuire a fare della Roma la grande squadra che è sempre stata. Poi tornerò al Flamengo, una società che mi ha accolto benissimo in un momento difficile della mia vita e che mi ha aiutato a rinascere. Ad essa e ai suoi tifosi devo moltissimo, così come ai compagni che lascio e che ho salutato con grande commozione». E il sentimento riemerge da quel cuore tenero racchiuso in un fisico scultoreo.

Vogliategli bene e avrete il miglior Adriano. Un campione vero che forse ha vinto la sua battaglia contro il lato oscuro del suo carattere.

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3 commenti su “Adriano: “Vengo a Roma per orgoglio, non per soldi””

  1. Adriano riportera entusiasmo e speriamo anche qualcosa di piu’,certo ripoterei a casa anche Okaka non si sa mai perdi una scommessa hai sempre un’altra carta da giocare

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