Il giudice grazia il derby, ma il Viminale no

Rassegna Stampa – Il giornale – Il concitato dopo gara del derby romano, finito sul tavolo del giudice sportivo Tosel, partorisce sentenze sportive più miti del previsto. I protagonisti del far west finale rimediano solo ammende, tranne il difensore laziale Radu, «assolto» per il gesto gratuito e riprovevole su Perrotta. Così il pollice verso di Francesco Totti, riferito al pericolo retrocessione per i cugini biancocelesti (un «gesto platealmente provocatorio» indirizzato «ai calciatori e ai tifosi avversari», si legge nelle motivazioni), costa al capitano della Roma 20mila euro di multa. «È solo un gesto goliardico, è sempre successo sia da parte nostra che da parte loro dopo un derby di Roma vinto, non ho offeso nessuno – ha sottolineato Totti in un’intervista a Le Iene Show in onda stasera -. Il gesto? Volevo fare vedere gli scarpini e la marca…». «Se avessero vinto i laziali e avessero mostrato una maglietta con la scritta “Scudetto game over” cosa sarebbe successo? Tutto fa parte dello spettacolo. E poi Francesco ha chiesto scusa, chiudiamola qui», la difesa di Ranieri.

Ammende più ridotte (rispettivamente 8mila e 5mila euro) per Zarate e Baronio: l’attaccante argentino aveva colpito alla schiena conuna pallonata un calciatore avversario al termine della partita (infrazione rilevata dal fiorentino Baracani, quarto ufficiale di gara), il centrocampista aveva minacciato un avversario al rientro negli spogliatoi. Nessun provvedimento, invece, per Stefan Radu che aveva rifilato uno «sgambetto» a Perrotta che correva verso la curva dei propri tifosi subito dopo il fischio finale. Il giudice sportivo lo ha giudicato un atto non «tale da integrare gli estremi di quella condotta violenta che se non vista dall’arbitro rende ammissibile la prova tv». Dunque, uno «sgambetto» veemente, ma senza «intenzionalità lesiva».

Ecco che gli unici squalificati sono quelli sanzionati da Tagliavento durante il match: due turni a Ledesma, reo di un applauso all’arbitro costatogli il rosso, uno a Kolarov, che diffidato ha ricevuto il cartellino giallo. Infine 40mila euro di multa alle due società per gli scontri avvenuti in Tribuna Tevere fra le tifoserie (ieri altri sei arresti, 4 supporter romanisti e 2 laziali) e i lanci di petardi e fumogeni.


Niente sanzioni per l’Olimpico:
gli incidenti dello stadio sono stati giudicati fatto isolato e distinto da quelli, ben più gravi, accaduti lontano dagli spalti e quindi non di competenza della giustizia sportiva. La palla passa così agli organi del Viminale che si riuniranno oggi alla presenza del ministro dell’Interno Maroni e del capo della polizia Manganelli. All’ordine del giorno il comportamento da tenere verso i tifosi di Roma e Lazio e l’eventuale provvedimento di porte chiuse per lo stadio, ipotesi alla qualesiè già oppostoil sindaco della Capitale Alemanno. Da un lato c’è l’esigenza di dare un segnale forte, dall’altro la necessità di tenere conto di un delicato finale di campionato, con la Roma impegnata nella lotta scudetto e la Lazio che sta cercando di evitare la B.

Intanto oggi la squadra di Ranieri gioca a Udine il ritorno della semifinale di Coppa Italia (2-0 per i giallorossi nel «primo tempo» della sfida): al Friuli quasi sei mesi fa Totti e compagni hanno perso l’ultima partita in terra italiana. «Non farò turn over, se penso che c’è l’Inter in finale all’Olimpico e noi non ci arriviamo, sto male», la chiosa del tecnico giallorosso.

Condividi l'articolo:

1 commento su “Il giudice grazia il derby, ma il Viminale no”

Lascia un commento