Claudio spodesta Josè

Mentre l’Italia del calcio litiga senza mettersi d’accordo sulla telefonata Facchetti/Bergamo, su chi ha nominato l’innominabile Collina o meno, la Roma trionfa ed annichilisce pure quel corazziere mediatico di Josè Mourinho, da qualche giorno pure lo special one, tanto caldeggiato dalla stampa, ha dovuto lasciare spazio (in tutti i sensi) alla capolista giallorossa. Ranieri e la Roma stanno facendo le cose in grande: detronizzare l’Inter mandandola dietro non è stato facile. La prima volta poteva trattarsi di una splendida casualità ma il trionfo nel derby della Roma non solo ha reso vana la vittoria dell’Inter ma ha rilanciato i giallorossi prepotentemente nella corsa verso il tricolore. Roma vive il suo sogno fra titoloni di giornali e progetti di scudetto. Una città letteralmente dentro un desiderio non auspicabile fino a qualche mese fà ed adesso alla portata perchè tutto dipenderà solo ed esclusivamente dalla Roma. Il lusso di lasciare fuori interpreti come Totti e De Rossi non è il solo segreto della vincente gestione tecnica ma il leit motiv di una conduzione che ha stravolto antiche gerarchie e tradizioni. Il romano che in giro per l’Europa si è arricchito di conoscenza e di esperienza. Staccato da quella romanità estrema è riuscito razionalmente a togliere l’anima dell’essere romanista e trionfare in una stracittadina. L’uomo che ha dato alla squadra quell’indipendenza da tutti e da Totti. Senza il capitano la Roma non è stata mai così micidiale, raggiungeva picchi di bellezza ma l’essere incompiuta faceva rimpiangere il solito grande assente. La Roma è diventata grande. Capace di non prescindere da nessuno e può cullarsi sull’adagio: “Tutti utili nessuno indispensabile”. Romano di Testaccio si, ma giramondo, giusto il tempo (magari troppo) di far ritorno nella sua Urbe Eterna per portare quell’aria nuova che ha di fatto oscurato anche lo special one, che un giorno non troppo lontano lo ritenne troppo vecchio al cospetto suo. Lui se la rise ma adesso più che mai non vuole lasciare la prima piazza perchè al di là delle risposte importanti che darà al calcio italiano e non solo, Ranieri deve togliersi quell’etichetta di perdente di successo. Ranieri oggi è l’allenatore italiano che tutta Europa c’invidia. Nella storia della Roma è ad un passo da mostri sacri come Capello e Liedholm. Uno dei pochi che con un mercato consono alle magre casse societarie stà conducendo Roma verso un sogno a dir poco strabiliante. Grazie a lui tutto è diventato possibile!

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