Quando la Roma prelevò Luca Toni dal Bayern in molti si chiedevano come avrebbe fatto Ranieri a gestire tre giocatori come Totti, Vucinic e appunto Luca Toni senza sbilanciare troppo la squadra.
Con il senno di poi possiamo dire che mai nessuna domanda fu più inutile. Dalla partita di Cagliari del 6 gennaio, in 11 giornate Totti e Toni non hanno giocato insieme neppure un minuto e Vucinic e Toni solo 139′.
Toni arriva in prestito dal Bayern Monaco e serve subito, perché Totti si è infortunato in Roma-Parma del 20 dicembre 2009. Sarà una cosa molto più seria del previsto. In Cagliari-Roma è proprio Toni a sostituire Vucinic nel finale (80’).
I giallorossi — senza colpe del nuovo arrivato— passano da 2-0 a 2-2. In Roma-Chievo (9 gennaio) Toni e Vucinic partono titolari, ma l’espulsione di Doni costringe Ranieri a togliere Vucinic dopo 11’. In Roma-Genoa (17 gennaio) Toni segna due gol su due assist di Vucinic. Escono insieme dal campo, all’88’, per la standing ovation. Purtroppo per la Roma è stata l’unica occasione in cui hanno fatto coppia. In Juve-Roma (23 gennaio), per la prima volta, Ranieri ha a disposizione i tre «tenori»: Toni e Vucinic in campo, Totti in panchina. Dopo 3’ Toni si infortuna al polpaccio e Totti, in condizioni ancora precarie, lo sostituisce al 7’. Gioca e segna su rigore, ma il conto da pagare è salato. Da allora ha totalizzato solo 90’ in campionato ed è assente dal 13 febbraio.
Toni fa il suo rientro in Roma-Milan (6 marzo), giocando gli ultimi 33’ insieme a Vucinic, titolare dal primo minuto. Nessun gol, ma un chiaro miglioramento nel gioco della squadra, fin lì dominata dai rossoneri. Confermarli per Livorno -Roma (13 marzo) sarebbe l’ideale, in una partita da vincere a tutti i costi dopo la sconfitta dell’Inter a Catania. E invece il montenegrino, dopo essere stato inserito tra i convocati, si fa visitare al Policlinico Gemelli e salta la trasferta per un problema al ginocchio sinistro. Un’infiammazione, niente di più grave. Però anche ieri Vucinic non si è allenato. E Ranieri rimpiange quella famosa domanda.