Una Roma che segna quattro goal deve subirne cinque per perdere la partita e questa è matematica spicciola. Una squadra subisce cinque goal quando concede almeno dieci-dodici occasioni da rete limpide all’avversaria e questa è statistica. Purtroppo o per fortuna, il calcio non è una scienza esatta e spesso ciò che rileva non è il quanto, ma il quando. Non vi è alcun dubbio sul fatto che domenica a Firenze e ieri col Palermo, nei momenti topici della gara, gli episodi hanno sorriso ai giallorossi, anche quando la squadra è apparsa troppo poco audace per meritare l’ausilio della buona sorte. Poco male. Vincere in questo modo fa parte del DNA delle grandi e soprattutto è nunzio di eventi eccezionali, scongiuri a parte. Ricordo i tempi in cui Moggi e Galliani si contendevano l’acquisto del fuoriclasse “Culovic”… Ora sembra che il “calciatore” sia diventato un fedelissimo di Ranieri. Tuttavia, quand’anche esistano “calciatori” in grado di vincere da soli le partite, mai ho visto “calciatori” vincere da soli i campionati. Battuta a parte, credo sia arrivato il momento di tornare a metterci qualcosa di nostro, o almeno qualcosa in più. Anche perchè la volontà di contenere e ripartire rappresenta una scelta tattica che trova la sua ragion d’essere nell’opportunità di ridurre al minimo i rischi e, quindi, perde ogni valenza nel momento in cui si offre con troppa facilità il fianco all’avversario, rimettendo il nostro destino nelle mani, o meglio, nei piedi dei terminali offensivi opposti, fino ad ora provvidenzialmente imprecisi. Ranieri questo lo sa: “siamo più statici, ci fanno troppi tiri – ha dichiarato il tecnico romano nel dopo gara – risolviamo questo problema prima che sia troppo tardi”. Dico la verità: non mi preoccupa la partita col Panathinaikos. Nell’ottica del doppio confronto, una squadra come la Roma, capace di segnare sempre, tanto e ovunque, anche quando soffre, anche quando subisce, gode sicuramente dei favori del pronostico. Quello che mi preoccupa, invece, è la gara col Catania; una partita che giocheremo senza il Capitano, squalificato e praticamente senza preparazione, visto che torneremo dalla Grecia addirittura venerdì mattina. Mihajlovic, scottato dall’eliminazione in Coppa Italia, ce le ha promesse; noi ci siamo fatti una bella grassa risata. Quel che conta è che la risata sia figlia di una consapevolezza di forza e non della convinzione che tanto, in un modo o nell’altro, alla fine si vince. Sarebbe un grave peccato di presunzione che, nel pieno del curvone, celerebbe il rischio di una brutta scivolata, tale da vanificare l’importanza delle imprese compiute fino a questo momento da Totti e compagni, “Culovic” compreso…