Perché mai tutte le testate giornalistiche che trattano di sport danno evidenza alla medesima notizia, quando la notizia non corrisponde al vero? Semplice: se la notizia non c’è, la si costruisce, la si ipotizza. Si parte da un presupposto, si seleziona per esclusione e si tira fuori il nome… Uno, due, tre… Mexes. Il presupposto potrebbe consistere in una presunzione: la Roma avrà necessità di vendere; gli indiziati sono i “soliti noti”, ma uno solo rivela il miglior rapporto tra incasso e ridimensionamento tecnico. Il prezzo lo fa il mercato e Phil è uno che si vende una bellezza. Inoltre, la Roma non è certo la squadra che può permettersi il panchinaro di lusso a 2,5 milioni netti di stipendio all’anno. Vuoi mettere… Promuovi Burdisso titolare, riscattandolo con quattro lire e a quel punto ti serve solo una buona riserva per fare scopa con Andreolli. Non realizzi una grossa plusvalenza, perché, all’epoca, il francese costò quel che costò; i prestiti gratuiti, in quel tempo, non li apprezzavamo ancora. Però, magari, riassetti un po’ di situazioni: Aquilani docet. Mettici pure una Juve in crisi, la necessità dei bianconeri di intervenire sul mercato con concretezza ed impeto, un contratto, quello del forte centrale giallorosso, che si appropinqua sempre più alla scadenza ed il gioco è fatto. Allora addio Rugantino? Ma neanche per sogno… Anche perché il procuratore del difensore non ha perso l’occasione per rimettere la patata bollente nelle mani della società: “Philippe si trova bene sia a Roma che nella Roma… In quanto al rinnovo, la società sta facendo le cose con ordine e logicamente tratta adesso con i giocatori che saranno svincolati questo mese di giugno. Quando queste operazioni saranno concluse, ci incontreremo con la società per fare valutazioni e definire insieme il futuro del ragazzo”. Dunque, è arrivato il momento di dare un segnale forte. I calciatori della Roma hanno imparato a zittire gli avversari sul campo e la Juventus è una delle vittime del nuovo corso romanista. Volendo tornare indietro negli anni, abbiamo ancora impresso quel dito di Francesco tra naso e labbro, ad anticipare un quattro a mano aperta che congedava l’auditorium. Stiamo imparando a vivere da grandi, perché lo siamo. Ma non basta. E’ l’ora di Rosella. Non ci soddisfano le parole di Jouanneaux; vogliamo sentirci raccontare dai nostri dirigenti che Mexes non si tocca, perché la sua permanenza a Roma va ben oltre il dato tecnico. Phil va iscritto a pieno titolo nella lista dei Romani-Romanisti, accanto a Daniele ed al Capitano. Non sappiamo se la Juve realmente busserà, ma se così fosse, abbiamo l’obbligo morale di rispedirli a casa, come segno della nostra definitiva consacrazione. La società ha il sacrosanto dovere di tirare fuori le unghie, perché i calciatori è da un po’ che lo stanno facendo… Non accettiamo più che si speculi sul nostro futuro, nemmeno quando la speculazione resta meramente editoriale.