E quindi non era tutto da buttare. Non era impazzito all’improvviso Ramà³n Rodràguez Verdejo, detto Monchi, l’uomo arrivato da principe e diventato per molti un rospo dopo due campagne acquisti fatte di colpi d’ala e perdite di quota.
Roma é città che incorona e fagocita, che soffoca d’amore e allontana malamente, lo sa chi ci é nato e chi anche solo la sfiora. Bisogna tenere duro, ascoltare, tacere, tapparsi le orecchie, urlare, se si vuole sopravvivere. Perchà© poi arriva il momento in cui ti viene riconosciuto il giusto merito.
Che non é quello dell’essere infallibile – il ds ha fatto errori -, ma di avere un’idea e del saperla portare avanti. La partita contro la Samp – vinta da una spigliata e giovane Roma -, rende giustizia a Monchi che ha visto molti dei suoi acquisti di ieri e oggi in discussione segnare, rendersi utili, spiccare il volo in campo. Facendo intuire non solo un cammino meno accidentato per le prossime partite, ma un futuro da goderselo tutto, con giocatori esperti che ingranano e ventenni che sbocciano. I conti si fanno alla fine, vero. Ma il coraggio di fare scelte rischiose quanto seducenti si vede subito. E Monchi quel coraggio ce l’ha.
(Corriere della Sera, P. Di Caro)