Quant’è strano il calcio. Quant’è bello il calcio. Per tutto quello che trova posto in questo sport che riesce a riempire le nostre domeniche fra sogni e speranza, fra un tiro ad effetto ed un tacco memorabile. La giornata della Roma è da ricordare come quel colpo di Okaka che porta prepotentemente i giallorossi in seconda posizione. Proprio Okaka, il figliol prodigo che ha regalato di fatto l’ennesimo successo della Roma del nuovo corso Ranieri. Proprio lui, Stefano Okaka, check-in verso Londra in tasca segna di tacco e corre verso la Sud per festeggiare la vittoria nei minuti finali. Da meteora a protagonista, da insultato ad osannato. Ha vinto la paura di farsi offendere e si è arrampicato insieme al suo tutor De Rossi in quella parte di Olimpico in cui pulsa sangue e oro. “Quello che il calcio un giorno toglie, il calcio è capace di restituire”. Grazie Stefano per la perla che hai regalato. Ritorna presto, qui la gente ti ama! La Roma vince nonostante l’emergenza. Una Roma gagliarda e priva di solisti trova la vittoria nel finale. Riise si conferma cecchino infallibile, calciatore diventato ormai un vero e proprio idolo della tifoseria. Ranieri ha l’attacco a pezzi ma trova dalla panchina quella gente con le valige pronte ma che ha voglia di mettersi in luce: Pit e Okaka l’esempio lampante. Lo scorso anno un episodio analogo ma con esito diverso, la Roma in casa della Reggina non và oltre il pareggio per 2-2. Okaka, schierato dall’inizio per la moria di attaccanti, gioca la sua ultima gara stagionale con i giallorossi, il Brescia lo attende. Gioca una gara con poca voglia e superficialità, 2-3 palle clamorose non sfruttate. A distanza di 365 giorni la musica è totalmente cambiata, diverso è lo spirito di gruppo, vera chiave di lettura di una squadra non bella ma brillante, capace di soffrire e con coraggio e forza inseguire il risultato fino alla fine. Anche senza artisti la Roma sà vincere. Bravi a tutti, Claudio Ranieri sine dubio compreso.
