Per Odoacre Chierico l’amichevole di martedì tra Pomezia e Roma aveva un sapore tutto particolare. Vuoi perchè è romano di nascita o perchè la maglia giallorossa se l’è cucita addosso per cinque stagioni condite da uno storico Scudetto e dalla conquista di una Coppa Italia, fatto sta che "Nuvola Rossa" nella Capitale è rimasto un’icona. Eppure una volta vestiti i panni del mister, i sentimenti sembrano mettersi da parte: "Ormai sono grande, le emozioni si provano in gioventù. Quella di martedì è stata una festa importante perchè la Roma non è abituata a fare determinate manifestazioni con società piccole come la nostra.
Per il Pomezia è stato un avvenimento storico che questa società, che ha fatto e sta facendo investimenti importanti, ha meritato di vivere. L’aspetto da sottolineare è la creazione della città dello sport, Olimpia, a Pomezia e la festa per i tanti bambini e per le tante persone portatrici di handicap. Abbiamo contribuito a regalare un sorriso". A Roma però ha lasciato, oltre ad un ottimo ricordo, tanti amici: "Ho provato un’emozione particolare nel rivedere Giorgio Rossi, per il quale nutro un affetto speciale. E poi come posso non citare anche Bruno Conti ed il dottor Brozzi? Siamo amici da anni ed anni. Un ringraziamento particolare va poi a Luciano Spalletti, che so essere l’artefice di questa gara di beneficenza e che ho avuto il piacere di conoscere da vicino".
Ecco allora che l’aspetto agonistico scivola in secondo piano e mai sconfitta fu meno indigesta: "In effetti quando stavamo vincendo mi ero un po’ preoccupato. In fondo più che il risultato contava vedere all’opera qualche giocatore". Il discorso si sposta rapidamente sulla prova di coloro che stanno recuperando dagli infortuni: "Ho visto dei giocatori che si conoscono e sanno giocare a memoria come Totti, Aquilani, Cassetti ed Esposito che mi hanno davvero impressionato. Anche i più giovani, e sottolineo le prestazioni tra gli altri di Della Penna, Cafiero e di Antunes, che avevo già ammirato contro il Manchester, hanno dimostrato di essere calciatori di levatura importante".
Il tuffo nel calcio dilettantistico non ha certo impedito a Chierico di rimanere un profondo conoscitore del massimo campionato: "L’Inter ha un ruolino di marcia impressionante e secondo me alla Roma non è mancato nulla finora, nonostante il gap rispetto allo scorso anno non sia mutato. Se la squadra che sta davanti non commette mai un passo falso per chi insegue diventa sempre più dura. E’ vero, forse la Roma ha pareggiato qualche gara in cui avrebbe dovuto raccogliere i tre punti ma noi allenatori siamo legati molto alle assenze ed è troppo facile giudicare dall’esterno. Magari con Totti a disposizione staremmo parlando di una situazione diversa, ma le assenze hanno tutte un proprio peso". Il problema, però, non sembra essere solo la mancata acquisizione della mentalità vincente: "L’Inter ha un organico molto più importante e magari la Roma dovrebbe avere un paio di giocatori di caratura che mancano. Però se pensiamo che perso Chivu si è trovato un grandissimo come Juan e che nel reparto arretrato due over 30 come Tonetto e Cassetti stanno dando un apporto incredibile…Ci sta di pareggiare qualche partita perchè magari non si è completi come organico, al di là della mentalità". L’argomento torna allora di stretta attualità: si pareggiano partite contro squadre chiuse e dalla difese impenetrabili, eppure centravanti come Bianchi e Lucarelli, messi sul mercato, non sembrano interessare: "Personalmente li ritengo due ottimi giocatori ma per parlare bisogna conoscere le situazioni dall’interno del gruppo. Non mi sento di dare un giudizio, credo che la Roma non li valuti".
Dopo un’accorta difesa al credo tattico di Spalletti, l’argomento successivo nasce spontaneo. Liedholm e Spalletti: due tecnici ai quali va dato il merito di aver saputo rivoluzionare le proprie "Rome" e che spesso vengono accostati: "Liedholm è stato un grandissimo maestro in quell’epoca ed ha insegnato calcio, mentre Spalletti dimostra di essere un grande in questo periodo. Tuttavia è sempre difficile paragonare due epoche così lontane in cui si gioca un calcio diametralmente opposto".
Il tecnico di Certaldo, però, ha appena iniziato a riempire una bacheca resa storica dal Barone. Questo l’augurio di Dodo Chierico: "Spero in una soddisfazione, magari la Champions, poichè dubito fortemente che l’Inter rallenterà il passo". E per se stesso, quale meta si prefigge in questo anno solare?: "Dal 2008 mi auguro un campionato importante con il mio Pomezia e di riuscire a sistemare la squadra".
Da laromasiamonoi.it