Adem Ljajic: storia di una guerra fratricida e di un diamante grezzo

Ljajic

L’Est europeo è una zona franca, grigia, vittima di pregiudizi comuni che si concentrano tra le parole annebbiate di chi l’Est europeo non l’ha mai realmente visitato. Pochi passi, e t’accorgi che è una terra estremamente discussa, controversa, che ancora fatica a sotterrare le armi. Il Passato qui è inciso a pelle sulle braccia di ogni abitante, e non si può cancellare ciò. Ciò che invece rimane nascosto è il suo carattere cosmopolita, perché se ogni cosa può essere ridotta ad una sola parola, questa racchiude pietra e figura di Novi Pazar, sconosciuta cittadina della Serbia, ma che incarna pienamente il trascorso complicato di queste lande abbandonate al proprio destino.
Qui, come in tutta la nazione slava, respiri quel profumo demodé della Storia, con tutto ciò che essa ne comporta. Guerra e Pace, perché senza una guerra una pace non può sopravvivere. E accade allora che a scolorare le navate della Chiesa Ortodossa di San Pietro, c’è l’Hammam e la Moschea Altun Alem. E’ l’islamismo che si confonde con il cristianesimo più radicale in un conflitto che è solamente umano, ideologico e che le pietre mai possono cercare, immobili nella loro fotografia istantanea. E nel mezzo, in una calma solo apparente, c’è il Monastero di Sopocani, dedicato alla Santissima Trinità Cattolica. Questa è Novi Pazar. Questa è la patria cosmopolita di Adem Ljajic.

LA GUERRA, FRATRICIDA ED IRRAZIONALE. E’ una città dove inevitabilmente si mescolano culture, costumi, folclori diversi, che danno risalto all’immaginazione straniera e all’orgoglio autoctono. Tutto questo, però, rischia di implodere in migliaia di schegge. Inevitabile, è la guerra fanatica delle Religioni – non della cultura. Quando Adem non canta l’inno serbo, è perché la religione fa da muro. Sono battaglie su battaglie. Ed è quello che è successo poi con le Guerre Jugoslave dei primi anni Novanta di un secolo martoriato dagli scontri bellici. Maschere che si mettono e maschere che cadono, qual è stato il vero scopo della guerra. Eppure l’eredità lasciata da Tito nel 1980 fiorisce in una rigogliosa serenità nei primi sei anni. Poi però si innesca una veloce destabilizzazione del Paese che porta ad una precoce dissoluzione della Nazione.
Caos.
Armi in mano e formazioni a testuggine. Fischi assordanti. Bombe. Viste annebbiate. La guerra è civile, che è ancora più cruenta, fratricida. Uomini che parlano la medesima lingua, si ammazzano. E raramente vengono salvate donne e bambini dalla furia cieca. Per anni quella parte di mondo ha chiuso gli occhi e ha sparato. Ancora.
E ancora.
Ma la famiglia Ljajic non scappa, anche perché nel 1991 Novi Pazar rimase fuori dall’epicentro del conflitto, non come Zvornik, la patria di Miralem Pjanic, demolita prima dalle mitragliette serbe, e poi dai carri armati americani parcheggiati ai lati delle strade. E’ paradossale pensare alla patria riconquistata, ma fondamentalmente persa.

Ljajic intanto cresce nel silenzio della paura. Soffre. Trema. Si, perché basta una scintilla per scatenare una rivolta anche qui, a Novi Pazar, in un paese sostanzialmente neutrale. Una scintilla che rischia di accendersi nel 1998, quando gli americani sorvolano i cieli di Novi Pazar, scagliando granate sui fragili tetti della città. A terra, tutto espolode. Il Paese che cade in ginocchio. E i frastuoni dell’angoscia che non cessano. E tutti rintanati in casa, sotto le finestre per evitare i proiettili.
L’angoscia di vivere, la paura di morire. L’adulto, che non comprende ciò che la fuori accade, come può trovare le parole per spiegare ad un bimbo, i cadaveri a terra dei suoi amichetti dell’asilo. E’ folle crescere con la morte che scorre nelle vene, perché così è. Proprio come a Zvornik, proprio come se i destini di Pjanic e di Ljajic si fossero intrecciati già nei loro primi mesi di vita. Sono un po’ nervoso, non emozionato. Le bombe americane che mi sono cadute in testa in Serbia quando avevo sette anni, mi rendono freddo e impermeabile verso tutto. Non ho paura di nulla, adesso – così disse Adem in un’intervista rilasciata prima di Fiorentina – Roma. Già, la freddezza e l’impermeabilità che lo hanno cresciuto e formato come uomo, prima ancora che come calciatore. Poche parole, poche gioie, molta maturità. Se penso a Ljajic, penso alla vita metaforicamente ridotta ad un calcio al pallone, che in un pallone però trova la forza di sorridere alle mitragliette.

IL PARTIZAN DI BELGRADO. A 14 anni Ljajic lascia quella Novi Pazar che tanto lo ha formato e costruito caratterialmente, per accasarsi a Belgrado. Il Partizan è rimasto infatuato dal suo talento con la palla fra i piedi. Tecnica e dribbling, svolazza tra i difensori come fosse la cosa più semplice al mondo. E cresce nel mito di Kakà, assumendo sempre più le sembianze di un trequartista atipico con l’inclinazione al gol.
Belgrado, si sa, non è una città calma e pacata. Qui c’è il derby dei fuochi – ma quelli veri. Lo stadio incendiato, la bolgia che comprime ed opprime. Soffoca. E Ljajic ne giocherà alcuni. Come possono allora tremare le gambe ad un ragazzo, che ha già vissuto più di molti quarantenni in carriera, di fronte ai fischi di qualche migliaia di tifosi inferociti? Freddo ed impermeabile.
Per quella volta.
Per tutta la vita.
C’è tempo anche per le prime braccia alzate al cielo. Nel Novembre del 2008, infatti Ljajic esulta per la prima volta fra i professionisti. Il primo gol non si scorda mai, dicono. L’OFK Belgrado è la vittima sacrificale dell’iniziazione del talento serbo, che si diverte fra i primi sorrisi velati. Ma l’Europa lo scruta, lo osserva, infine se ne innamora. E Belgrado comincia a stargli stretto. Una nuova tappa, un nuovo trasferimento. Firenze.

LA FIORENTINA. Burrascoso. Conflittuale. Tempestoso. Questo è il rapporto con la Fiorentina. Una prima mezza stagione – da Gennaio a Giugno – passata a studiare il calcio italiano, i suoi movimenti, la sua tattica, e poi una prima parziale consacrazione. Gioca bene, si sacrifica per la squadra, ma sempre con quel viso un po’ imbronciato, un po’ triste. Testardo e capoccione. Quasi fosse nostalgico, e probabilmente lo è. Crede che la felicità si sia scordato di lui, ma in realtà si è nascosta in qualche cassetto. Solo che lui ancora non lo sa.
Ci sarà spazio in quella stagione per qualche gol, qualche giocata, ma nessuno riesce ad inquadrare bene Ljajic, schizofrenico nella sua genialità, e capita allora che nel terzo campionato disputato a Firenze sprofonda nell’agonia della tribuna.
Caos.
Lo capite? Ritorna il caos, quella battaglia interiore che non si placa, tra il pungo di Delio Rossi e la rissa da strada. Esonerato l’allenatore, fuori rosa lui. E Adem avrà il tempo di segnare una sola rete in campionato, sostanzialmente inutile. A quei tempi, guardavi Ljajic e non potevi non notare come una carriera costellata da lampi di genio, rischiasse di frantumarsi contro un muro – non più religioso, ma solidamente mentale.
Ma cosa pretendi da chi dovrebbe essere ragazzo e invece ragazzo non è, da un uomo che ha finito di maturare sin dal 1991.
La stagione successiva, la Fiorentina si affida a Montella, che stravolge i piani di mercato della società viola. Scocca l’amore. Ljajic segna a raffica, diventa il punto focale della squadra, tutti lo cercano e lui cerca tutti. E Ljajic è felice. Si sente finalmente apprezzato, e probabilmente è la prima volta che uno stadio intero lo inneggia. Non una Domenica, non una partita. Ma per tutta una stagione.
La società non vuole più venderlo, ma un centinaio di chilometri più a Sud, la Roma ha ceduto Erik Lamela per una trentina di milioni. Urge un sostituto. Ljajic arriva a Termini, in treno. E’ pronto per il definitivo salto di qualità.

LA ROMA. A Roma entra e segna. Prima partita, primo gol. Garcia lo adora, intende farne il nuovo Hazard. Ma la stagione sarà condita da alti e bassi, da gomitate, pedate e stincate che prende giornata in giornata, e da pochi gol che svaniranno in prestazioni incolori, opache. Malinconicamente tristi, a volte. I gol saranno solamente 6 a fine stagione. La piazza romana pretende di più, è capace di riempire uno stadio solo per te, ma di portarti anche nel limbo dell’Inferno.
Ljajic oggi ha scelto la prima strada, perché qualcosa, dall’Estate del 2014, cambia, forse nella testa del giocatore, che si convince delle proprie potenzialità. Diventa il titolare della squadra. E così si trasforma Ljajic, dal bimbo serbo con la morte che fa da ossigeno nelle vene, in un giocatore imprescindibile. La scorza dura e la faccia imbronciata, che non spariranno mai, ora però mascherano la gioia della sopravvivenza. Dalle bombe. Dalla guerra. Non saranno dei fischi a farlo cadere. Non saranno i morsi sulle caviglie a farlo piangere. Troppa sofferenza nel suo passato, perché Adem ora corre, con il pugno alzato. I compagni lo strattonano. Urlano. Roma svezza il talento cristallino. E Ljajic è in curva. La maglia numero 8 non ha solo segnato. Ha convinto. Ha vinto la sua partita più grande.

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76 commenti su “Adem Ljajic: storia di una guerra fratricida e di un diamante grezzo”

  1. La jugoslavia (quella socialista) è stata una nazione creata “ad hoc” alla fine della seconda guerra mondiale.
    Sono state unite “con la forza” popolazioni diverse,che si sono sempre odiate tra di loro.
    Basti pensare che l’orologi dei municipi di Zagabria e Lubiana (dove la religione più praticata era quella cattolica) erano regolati sull’ora di Roma,l’orologio del municipio di Belgrado (dove era più praticata la religione cristiana ortodossa) su l’ora di Mosca e l’orologio del municipio di Sarajevo (dove era più praticata la religione islamica) era regolato sull’ora di Istambul.
    La jugoslavia ( in italiano significa ” territorio degli slavi del sud ” ) è stata creata per fare da “cuscinetto” tra l’Europa Occidentale e quella Orientale e il suo governo fu assegnato a Tito .
    Queste popolazioni (sloveni,croati,serbi e bosniaci/kosovari) furono tenute insieme e governate, con l’uso della forza e con l’uso della repressione,grazie a uno Stato di Polizia,creato da Tito.
    Quando Tito morì,l’odio,mai placato tra quelle popolazioni, riaffiorò e si arrivò,così, alla guerra civile in jugoslavia.

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  2. Non sembra voler finire il tunnel di Maicon in questa stagione. L’esterno brasiliano non riesce a recuperare dal problema al ginocchio e il futuro appare in bilico. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport in casa Roma pare stia circolando la possibilità di un addio anticipato con l’ex Inter che ha un contratto valido fino al 2016 con opzione per l’anno successivo. Da non escludere addirittura una rescissione con buonuscita, strategia già utilizzata dai giallorossi con Pizarro e Juan in passato.

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  3. La signora Maria Sensi, moglie dell’ex presidente della Roma Franco, è intervenuta ai microfoni della trasmissione radiofonica te la do io Tokyo in onda su Centro Suono Sport.

    “All’inizio la signora Leardi l’ho un po’ criticata perchè io non sarai mai andata in televisione con un figlio all’ospedale. La signora adesso non c’entra nulla, lei viene manovrata dall’avvocato che prima di una partita come Napoli-Roma aizza la tifoseria dicendo che la Roma non la invitava e che Totti aizzava i tifosi.
    Prendersela ora con i ragazzi dello striscione e creare il caos contro i tifosi della Roma non lo trovo giusto.
    Ricordo uno striscione a Franco a Roma-Parma con Vittorio (l’autista ndr) che voleva levarlo lui. Quello che ha detto Pallotta lo doveva dire il giorno di Pasqua o pasquetta non quando hanno dato la squalifica della Curva.
    L’avvocato della signora Leardi dovrebbe essere radiato dall’ordine degli avvocati, sta aizzando i tifosi del Napoli contro la Roma. La signora è manovrata da lui e questo crea odio fra due tifoserie. In tutti gli stadi di Italia ci sono soggetti che non dovrebbero più entrare negli stadi, ma non solo a Roma ma in tutta Italia. Gli striscioni usciti durante Napoli-Roma non andavano bene allo stesso modo di quelli fatti sabato scorso“.

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    • @johnnywalker:

      johnny, adesso che possiamo parlarne ad animi stemperati, ti dirò che nonostante quello che dice la signora Maria, che di norma dovrei rispettare perchè il suo pensiero oggi è uguale a grandi linee al mio di ieri, devo cmq non trovarmi daccordo in toto…c’è un ma, purtroppo, e devo sottolinearlo. col senno di poi, non tirerei in ballo Pallotta, nonostante l’abbia fatto io stesso nei giorni scorsi. non possiamo dire avrebbe dovuto parlare a pasqua o pasquetta…allora avrebbe potuto parlare anche prima, invitando i tifosi a comportarsi in modo esemplare. dicendo che ci aspettava una gara che era sotto i riflettori da mesi, per la quale tutti i giornalari e addetti alla politica del pallone erano pronti con la pala a insozzarci senza troppi problemi. di dimostrare tutto quello che può essere il tifo organizzato, che molti vogliono fuori dagli stadi(io compreso a queste condizioni) perchè in molte occasioni si è dimostrato più deleterio che utile e folcloristico…insomma, col senno di poi, si potrebbero dire molte più cose e molto più sensate.
      spero che i tifosi della roma e che gli ultrà in genere, capiscano che il calcio in italia sta cambiando e che i politicanti vogliono far pagare loro il conto dei loro errori passati. perdere la testa farà il loro gioco!

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      • @santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!):

        ma quanti “loro” ho scritto nell’ultimo rigo e mezzo?? 😆 😆 😆

  4. Mi auguro che Garcia abbia capito la lezione e se ne freghi di Totti.
    Seriamente, e mi dispiace dirlo, ma i fatti dimostrano da un paio di anni che Totti a volte ti salva il sedere, ma il 90% delle volte è deleterio proprio per il concetto di squadra e gioco. Per far giocare lui gli altri devono adeguarsi al suo modo di giocare.
    Senza di lui la squadra sembra smarrita perchè non sa come giocare.
    Poi però appena il suo infortunio è più lungo del previsto e i calciatori iniziano a capire la squadra riprende a giocare in modo DIVERSO.
    Sarebbe ora che si facesse da parte e la Roma avesse un gioco che prescinde dalle invenzioni di un singolo.

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    • Solo un mister con le palle di ferro può risolvere definitivamente questo problema anche contro la voglia di marketing di questa società di piazzisti.
      Sempre che sia questo o solo questo il problema e Garcia lo sa da parecchio tempo ma fino ad ora ha nicchiato anche lui!

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    • Adem Ljajic per me non esploderà mai, ha quell’atavica predisposizione balcanica alla discontinuità eterna e se vediamo ce ne sono parecchi come lui: Pjianic, Jovetic, Dzeko, Ilicic, fino ad arrivare a Savicevic, Pancev e via discorrendo.
      Unica eccezione degli ultimi anni è Ibra, ma questa è un altra storia di un altro livello!

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      • @BARBAROSSA:

        Anche io penso che ljaic non possa esplodere. Non ha il passo di hazard per capirci, e più o meno fa sempre lo stesso.
        E’ al livello di quei giocatori come el sharawi che ha un buon bagaglio tecnico, ma sempre le stesse idee.
        Personalmente lo venderei per un giocatori più tignoso come Konoplyanka (o uno simile).
        Per Garcia speriamo riesca a tenerlo fuori il più possibile, e rispolverare Totti quando è davvero in forma…

  5. santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!) ha detto:

    @EmaQ:
    generalmente sei molto simpatico nei commenti, lasciami dire che ljajic mi fa cagare(per restare in tema con la battuta senza volerti mancare di rispetto a te direttamente, ci mancherebbe)….ma non sopporto questo sopravalutatissimo calciatore che per me è stato acquistato per ovvi motivi di mercato e plusvalenze…tutto qua!

    ma anche i tuoi commenti e tu stesso mi siete simpatici, pero’ quando rispondo ai commenti leggo solo quelli, se mi capita leggo anche il nick 😉
    io spero che resti, e’ l’ultimo calciatore della roma a cui mi sono affezionato. appena se ne va fanculo a tutti, solo la maglia.

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    • @EmaQ:

      io gli riconoscono davvero grandi qualità a ljajic, sarei un’ipocrita a dire il contrario. d’altra parte devo riconoscergli anche qualche difetto. ti dico brevemente quello che ho sempre pensato (te la scrivo a mo di scenetta quando sono davanti alla tele) quando guardo le partite della roma:
      cazzo, questo salta l’uomo in orizzontale come pochi….(esclamazioni)oh, s’è aperto lo spazio…ma non si sovrappone nessuno??cazzooo!!!!! ( questo le prime volte)
      poi andando avanti con le prestazioni e con qualche sovrapposizione fatta dal terzino di turno, sono passato a:
      ma passa sta cazzo di palla, sto rincoglionito!!
      insomma, il ragazzo deve crescere, tatticamente, ma soprattutto di carattere e umiltà.

      Rispondi
      • @santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!):

        spesso insiste troppo sul dribbling perdendo l’attimo
        troppo

        cosi’ come spesso il ns gioco risente di passaggi inutili senza tagliare l’uomo vicino e aprire sull’uomo libero

      • @johnnywalker:

        infatti per me se gli facessero fare la punta alla inzaghi (insieme ad uno di corsa e sacrificio), ha lo stesso egoismo e la stessa inefficenza difensiva, sarebbe molto molto molto più utile…è vero che perderebbe sul possesso palla e la costruzione di gioco ma gli elimineresti i difetti di cui sopra.

  6. AsRomaUK ha detto:

    Vi faccio una previsione, spero sbagliata.
    Se Totti ricomincia a giocare titolare fisso la Lazio ci arriva davanti di almeno 5 punti a fine anno.
    Speriamo che mi sbagli.

    hai pienamente ragione ( detto da un Tottiano come me )
    gia contro il Torino è sicuro che gioca e dico che saranno cazzi nostri .
    se ama la Roma come dice si deve accomodare tranquillamente in panchina …….

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  7. Ieri mi stavo guardando la replica di Tiki Taka e Franco Ordine che segue la nazionale da 15 anni diceva che Florenzi gli ha detto che in Nazionale con Conte in 1 sett ha lavorato come in 1 mese a Trigoria.

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    • @pevek80: Sì, l’avevo sentita anche io questa cosa. Franco Ordine è un demente, ma inutile dire che l’indiscrezione che ha riportato spiegherebbe tante cose.

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      • Be i problemi nostri sono fisici quindi non mi stupirebbe 😉 Speriamo solo che gli errori servano x non essere ripetuti il prossimo anno 😉

    • @pevek80:

      per na volta che non è stato convocato de rossi, florenzi si lascia andare a verità altrimenti indicibili 😆 😆 😆 se lo sa Pericle!!

      Rispondi
      • @santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!):

        come stiamo messi…

  8. Il Principe ha detto:

    @Gillu: Alla fine non esiste chi non figura negli albi d’oro, e noi ci manchiamo da parecchio.

    Il Principe ha detto:

    @Il Principe: E di essere più forti non lo si dimostra a chiacchiere o con le promesse.

    Il Principe ha detto:

    @Il_Cannibale: Il secondo posto conta, significa soldi e più possibilità sul mercato. Se ci arriva davanti la lazie è grave, idem se ci arivasse davanti la Scafatese.

    …tentare di far capire queste cose è difficile, specialmente in un sito dove ancora si pensa che se pur fuori da tutte le competizioni (mantenere il secondo posto è importantissimo) siamo ancora i belli bravi e buoni

    Rispondi
    • @AVE: Ave so duri da far capire forse perchè non era quello il discorso….
      non si parlava dell’importanza del piazzamento ma del fatto che se arrivi prima la lazio o l’empoli cambia niente, almeno per alcuni ( me compreso).

      Rispondi
      • @Gillu: No, il discorso è che Pallotta non deve fare a scaricabarile e che è inutile riempirsi la bocca dicendo “siamo più forti di tizio o caio” se poi il campo non dice questo.

  9. johnnywalker ha detto:

    aspettiamo il quinto anno
    lui ha promesso lo scudetto

    sbaglio se dico che qua tutti (soprattutto per una questione di età) si ricordano la roma di spalletti, come la squadra che giocava il calcio più bello d’europa??
    chi non lo rivorrebbe a roma?!
    nei risultati non mi sembra tanto diverso da garcia.

    Rispondi
    • @santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!):

      come gioco Santi ho visto cose molto belle
      e qualche coppetta ce l’ha portata

      comunque non e’ nella mediocrita’ che si trova conforto

      Rispondi
      • @johnnywalker:

        chiaramente, infatti ho specificato nei risultati, tralasciando che le somme per spalletti(sempre riguardo ai successi) si son tirate dopo 4 anni…in mezzo ai quali c’è stato un 7-1 col munchester e diversi 2 posti anche quando l’unico scoglio era l’inter.
        tutto per dire: non facciamoci condizionare dai primi risultati negativi. tutto è ancora troppo in divenire.

      • @santi bailor (invettive, sfoghi ed altro…sempre calcisticamente parlando!):

        .infatti a me quel che non piace e’ la mancanza di gioco

      • @johnnywalker:

        l’avevo già detto in tempi non sospetti, quando tutto, apparentemente, andava bene.
        garcia ha delle lacune visibili, soprattutto per quanto concerne la parte tattica di nn docente di calcio. d’altra parte, è lampante la grinta che da e il lavoro psicologico che fa sulla squadra.
        potrebbe essere anche un buono steep, il primo, per poi passare in mano a qualcuno che insegna calcio puro. (un pò come è successo alla jumerdus 😉 )

  10. Ad Adem gli riconosco molta fantasia e colpi tecnici importanti. Xò gli manca una cosa fondamentale nl calcio: la continuità. Diciamo ke è lo stesso problema ke aveva Lamela. Cioè azzekki 2-3 partite di fila e poi sparisci x altre 4.
    Se proprio fossi costretto a cedere qlkuno.. vabbè oltre a Destro e Ddr, cederei lui rispetto a un Pjanic o Strootman tasselli troppi importanti xil nostro centrocampo.

    Rispondi
  11. Gillu ha detto:

    Poveretto chi pensa alla Lazio.
    Solo per me non esistono?

    Puoi dirlo forte.
    Fortunatamente godo del fatto di non essere di Roma e di non dover subire l’influenza della rivalità cittadina e di poter odiare Napoli con più serenità e comodamente.

    Per me la Lazio ha la stessa importanza che ricopre una qualsiasi squadra della Serie A, anche se dovessero arrivarci sopra, probabile aggiungerei, comunque non la soffrirei più di tanto.

    down under ha detto:

    Solo Garcia non l’ha ancora capito o forse il problema e’ che dovrebbe abbandonare il suo 4:3:3

    Con tutto rispetto per Ljajic, che io amo profondamente ed il quale sentimento l’ho esposto a più riprese, sicuro non gli adatto il mio modo di giocare addosso.
    Piuttosto lo vendo e gli permetto di fare la carriera che merita e mi prendo un calciatore che mi faccia fare il gioco che voglio.
    Imbastardirmi per favorire l’esplosione di un giocatore è un concetto che non mi è mai piaciuto.

    Sono per il collettivo.

    Rispondi
    • @Il_Cannibale: Il secondo posto conta, significa soldi e più possibilità sul mercato. Se ci arriva davanti la lazie è grave, idem se ci arivasse davanti la Scafatese.

      Rispondi
      • @Il Principe: Esattamente.
        Il non considerare la lazio significa proprio non soffrirne doppiamente di un eventuale sorpasso. Se son stati più bravi, buon per loro, io continuo a sostenere che ne gioco lungo diventeremo qualcuno al contrario di loro.

      • @Il_Cannibale: Sì, ma essere o no di Roma non conta. La lazie, il suo “presidente”, i suoi tesserati, hanno sempre “paroline dolci” per noi. Tanto di cappello a te se non ti toccano gli sfottò, ma onestamente, che un Lotito, un mafiosetto che parla sempre a sproposito di noi, ci arrivi davanti, a me da doppiamente fastidio, certo non tanto da affermare che se ci arrivasse qualcun altro davanti e non la lazie, sarebbe meglio. Non sarebbe meglio affatto, su questo concordiamo.

      • @Il Principe: ma si ma gli sfottò fanno parte del gioco…. perchè rimane ancora un gioco. Ho amici laziali, juventini, milanisti, interisti e napoletani…. se scherza co tutti… ma se ride e ci si prende in giro. Il bello è questo.

      • @Gillu: Io i tifosi non li ho proprio nominati. Non mi hai capito: io non odio i tifosi delle altre squadre e i loro sfottò, io odio la società lazio nella sua attuale incarnazione, odio la gente come Lotito, a cui diamo fiato con i risultati sportivi. Ovvio che il secondo posto è importante a prescindere e l’ho detto chiaramente.

  12. …qui si continua a non vincere e si dice “‘sti cazzi” se vincono gli altri
    …si continua a non vincere ma si dice “siamo i più forti di tutti”
    …qualcosa non torna…

    Rispondi
  13. Anche quest’anno bacheca vuota e ci dobbiamo anche sorbire la finale di Coppa Italia merde contro merde. I ladri possono fare l’accoppiata e conquistere la decima coppa Italia prima di noi, la lazie vincere la seconda coppa in pochi anni mentre noi siamo ancora all’asciutto e quando, per l’ennesimo anno, già a marzo non possiamo più sperare di vincere nulla. Cose che capitano, ma spero che il Presidente non dica più che i tifosi sono contenti o che non si vince per colpa dei media o dell’ambiente, perchè altrimenti il “fucking idiot” è anche lui.

    Rispondi
      • @Gillu: io sn d accordo
        Mi rode piu x la juve che puntano al triplete (ma faranno solo una doppietta)
        Mentre se l lazio dovesse vincere e magari arrivasse anche seconda sarebbe cmq meno forte di noi (rosicate a parte)
        L anno prossimo arriverebbero cmq 5 o 6…noi l anno prossimo lotteremo ancora x lo scudo
        X me l antagonista é la juve….la lazio la considero ne piu ne meno della samp

      • @Gillu: Alla fine non esiste chi non figura negli albi d’oro, e noi ci manchiamo da parecchio.

      • @Il Principe: ma io ti parlavo proprio del fatto che se la mia squadra vince sono strafelice. Se vince la Lazio non me ne fotte nulla e nemmeno se perde.

      • @EmaQ:

        EvaQ ti si addice molto di più! 😆

      • @EmaQ:

        generalmente sei molto simpatico nei commenti, lasciami dire che ljajic mi fa cagare(per restare in tema con la battuta senza volerti mancare di rispetto a te direttamente, ci mancherebbe)….ma non sopporto questo sopravalutatissimo calciatore che per me è stato acquistato per ovvi motivi di mercato e plusvalenze…tutto qua!

  14. Vi faccio una previsione, spero sbagliata.

    Se Totti ricomincia a giocare titolare fisso la Lazio ci arriva davanti di almeno 5 punti a fine anno.

    Speriamo che mi sbagli.

    Rispondi
    • @AsRomaUK: non è sbagliata… ma a me a questo punto venga quel che deve venire anche la catastrofe… questo ambiente è duro di comprendonio… sono anni che lo dico … a parte i danni per la roma l’ego di totti lo porterà a ritirarsi tra i fischi…e giustamente a quel punto… quando vuoi troppo questo accade

      Rispondi
    • @AsRomaUK:

      Se la Roma non avesse pareggiato 2 a 2 (doppieta di Totti) il derby con la lazio,la lazio sarebbe già davanti alla Roma.
      Totti smetterà di giocare quando scadrà il suo contratto (2016) entrerà in campo quando servirà e quando lo deciderà l’allenatore.
      La Roma ,per il secondo anno consecutivo,ha avuto un calo di risultati (quest’anno anche un massiccio calo fisico).Per il secondo anno consecutivo ha avuto la pareggite.
      Un giocatore ,anche se fortissimo,non può sempre risolvere “da solo” le partite.
      Se la Roma non ha schemi e non ha un gioco,non è colpa di un giocatore,è colpa dell’allenatore.
      Garcia ha dimostrato ,anche in Francia,di non essere all’altezza della situazione.
      La vittoria contro il napoli ,per esempio,è stata una delle tre partite importanti che indovina su 10 partite importanti giocate ( Garcia ne sbaglia 7 su 10 ).La stessa cosa succedeva anche quando Garcia allenava in Francia.

      Rispondi
  15. Per me, da noi, l’unico futuro che potrà avere è quello di erede di Pjanic.
    Se continuerà a giocare sull’out, o così lontano dalla porta in generale, non potrà mai consacrarsi.

    Il meglio lo ha dato con la Fiorentina, grazie alla quale giocava da 2^ punta pura.

    Con noi fa l’esterno, e sebbene abbia qualità balistiche che ne esaltano la posizione, non ha il passo e l’incisività nell’1 vs 1 per poter sfondare li.

    Sa tenere palla, sa rifinire e sa sacrificarsi, oltre che tirare.
    Se non è un centrale lui, non so chi lo sia da noi.

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  16. Io prenderei solo un nome, ALEXANDRE PATO!!!

    Lo sto seguendo tantissimo, e devo dire che non si sta rompendo più da tempo, sembra tornato quello di un tempo…

    Io lo prenderei subito.

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  17. …un saluto a CUCS e a Radja 4 😉 (ho letto che è suo figlio)
    anche se in ritardo benvenuto e
    FORZA AS ROMA 1927

    …ciao JULIA 😉

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  18. beh….al di la’ del bel racconto e della storia come quella di migliaia di altri ragazzi cresciuti da quelle parti…..
    ma Garcia ne voleva fare il nuovo HAZARD?…MA QUANDO… se proprio Garcia ha detto esplicitamente….’non ho un Hazard’….
    insomma hai ‘hazardato’ un po’ troppo…. 😉

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    • @stikkinikki: ” DOMANDA: Ha detto che Ljajic può diventare come Hazard. Vede lo stesso atteggiamento del belga in lui?
      ” RISPOSTA: Io seguo ogni giocatore, Adem è come un diamante grezzo. Hazard era lo stesso al suo arrivo e 4 anni dopo era totalmente differente. Per Adem può succedere lo stesso. Lui si impegna molto, non dimentico che ha fatto 5 gol e 5 assist”. ” Conferenza stampa di Rudi Garcia, 5 Aprile 2014 😉

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