Auguri Ago, grande capitano

Oggi è un giorno speciale per la Roma giallorossa, è il compleanno di uno dei più grandi interpreti che la storia dell’As Roma ha avuto, oggi Agostino Di Bartolomei avrebbe compiuto 54 anni, la redazione di Forza-Roma.com lo ricorda sempre con forte ed immutato affetto. Ripercorriamo la carriera in giallorosso del grande ed indimenticato Agostino Di Bartolomei: "Agostino Di Bartolomei nacque a Roma giorno 8 aprile 1955 e morì a San Marco di Castellabate il  30 maggio 1994. Crebbe come campione vicino a Tor Marancia, il quartiere nel sud di Roma in cui era nato, nell’Oratorio S. Filippo Neri alla Garbatella. Passò alla Roma giovanissimo, e si fece subito notare per la sua eccellente tecnica di gioco, entrando presto nella prima squadra della Roma, con cui vinse un titolo del campionato Primavera. Nel 1972 (stagione 72/73), giocò la sua prima partita con la casacca giallorossa. L’anno seguente subì un grave infortunio al ginocchio, che lo mise fuori gioco per qualche tempo, e gli causò dolori lancinanti impedendogli persino di dormire per otto giorni consecutivi. Nel 1975 andò in prestito al Vicenza, dove fece esperienza pronto a rientrare alla Roma per ricoprire un ruolo primario. Dalla stagione 76/77 Agostino Di Bartolomei diventò titolare inamovibile della Roma, formando un team perfetto con il brasiliano Falcao. Con l’avvento della presidenza di Dino Viola e con il ritorno di Nils Liedholm alla guida dei giallorossi, Di Bartolomei divenne il leader della squadra. Negli anni ottanta raggiunse l’ambito ruolo di capitano della Roma, spesso osannato dal pubblico che, in coro, usava acclamarlo con un ritornello presto diventato mitico: OHOOO Agostino Ago, Ago, Ago, Agostino gol…. Di Bartolomei era un capitano atipico, sempre molto educato e posato nelle sue discussioni con gli arbitri: quando discuteva una decisione o chiedeva chiarimenti, si presentava con le mani raccolte dietro la schiena, con un fare conciliante e mai aggressivo, al contrario di quanto avveniva e avviene per quasi tutti gli altri giocatori. All’inizio della stagione 1982/83 Liedholm ebbe la strana idea di arretrarlo al ruolo di libero, lasciato vacante dalla partenza di Maurizio Turone. Nonostante le prime perplessità sia da parte del pubblico che dello stesso giocatore ed i primi fallimentari risultati sul campo, col tempo il nuovo ruolo mostrò i suoi esaltanti frutti grazie soprattutto alla presenza di Pietro Vierchowod che suppliva alla carenza di velocità di base dello stesso Agostino, con azioni di recupero difensive mai più viste in un campo di calcio. Le doti di Di Bartolomei erano decantate da Liedholm, che ne apprezzava i "lanci lunghi e perfetti", la "corsa elegante con la testa sempre alta" e i "tiri tremendi". Questa stagione lo vide conquistare lo scudetto e segnare 7 gol in campionato su 28 presenze, mentre la seguente, 1983/84, caratterizzata dalla sconfitta contro il Liverpool in finale di Coppa dei Campioni, fu l’ultima in giallorosso. In totale Ago giocò con la Roma 308 gare (146 da capitano) segnando 66 gol. In 11 stagioni giallorosse conquistò anche tre Coppe Italia. Alla vicenda sportiva e umana di Agostino è liberamente ispirata la storia di uno dei due protagonisti del film L’uomo in più di Paolo Sorrentino.
La canzone "La Leva calcistica del ’68" di Francesco De Gregori non è dedicata a Bruno Conti, come alcuni sostengono erroneamente, ma ad Agostino Di Bartolomei.
Inoltre è a lui dedicata la canzone di Antonello Venditti Tradimento e perdono contenuta nell’album Dalla pelle al cuore pubblicato nel 2007".
Documento tratto da Wikipedia.

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