(BLOG FORZA-ROMA.COM) – La comunicatività, intesa come chiarezza espositiva, passa attraverso la semplicità dei messaggi, la capacità di sintesi e la scelta dei termini.
Oggi, Claudio Ranieri, di fronte alla platea dei giornalisti accorsi per “interrogarlo”, è stato decisamente comunicativo, in quanto assolutamente chiaro nell’affermare, sostenere e ribadire il suo concetto:“la Roma di Spalletti non esiste più”.
Bastava dirlo, invece lo si è voluto rimarcare attraverso la metafora trigonometrica della curva parabolica che, inarcandosi, raggiunge il culmine, “l’apoteosi”, per dirla con le parole del tecnico, inesorabilmente destinata, tuttavia, a ricadere in picchiata, fino a raggiungere il punto zero.
Ed il punto zero individua il momento a partire dal quale bisogna cominciare a “pensare in un’altra maniera”. Moduli, ruoli, schemi, uomini, filosofia di gioco.
“Spalletti ha fatto vedere un ottimo calcio per almeno quattro anni, ma poi il meccanismo si è rotto”.
Messaggio ricevuto. La conferenza stampa avrebbe potuto anche chiudersi qui.
Del resto tutto è stato puntualizzato fin dalle prime parole: “la situazione è complicata, altrimenti Spalletti non si sarebbe dimesso”. Un richiamo all’’immagine della “nave abbandonata”, assai cara alla dottoressa Sensi; un eccesso di aziendalismo, tanto per spazzare via ogni dubbio sul fatto che allenatore e dirigenti stiano lavorando in perfetta sintonia.
A tal proposito non è mancato l’elogio al “capolavoro confezionato dalla società in un momento di grandi difficoltà economiche, attraverso la scelta di buoni giocatori a basso costo”.
Buoni giocatori ai quali Ranieri ha voluto comunque lanciare un monito: “ai ragazzi chiedo cose semplici; se non riescono a farle vuol dire che non ce le hanno”.
Stia tranquillo Mister, stiamo pur sempre parlando dei figli del capolavoro. Nessuno vorrebbe mai che la sua parabola si trasformasse di colpo in una sorta di elettroencefalogramma piatto.