Ed arrivò il giorno delle pesanti ammissioni, Luciano Spalletti nel dopo partita per la prima volta ammette l’esistenza di alcuni suoi errori e quelli dei suoi calciatori ma è alquanto preoccupante quando fa trasparire la mancanza di applicazione di alcuni suoi elementi sulla fase offensiva dell’Udinese: “vuol dire che ho lavorato male, i miei calciatori si sono trovati impreparati sulla tattica della palla lunga sui tre attaccanti bianconeri”, un tema tattico conosciuto da tutti e dalla stesso Spalletti , mostratosi rammaricato e non capito dai suoi uomini. Gravissima affermazione come del resto è stata la sconfitta.
Una Roma senza cuore, priva di una dignità di squadra, senza voglia, praticamente troppo piccola.
Dopo il tempo delle ammissioni vogliamo quello delle assunzioni delle responsabilità, ognuno deve uscire allo scoperto, dire la verità, fare chiarezza, perché ormai è scaduto pure il tempo delle giustificazioni, dei se e dei ma, fuori rosa chi non rema a favore.
C’è qualcosa di misterioso, di tetro dentro la Roma, le prestazioni sono la chiara conseguenza di un male oscuro che c’è assolutamente e che deve essere debellato prima che sia troppo tardi.
Nella logica di un calcio illogico ed irrazionale Luciano Spalletti dovrebbe dimettersi,mettere un bel punto esclamativo sul suo ciclo ed andare via, a meno che il tecnico toscano non abbia individuato il vero malessere della squadra che potrebbe essere, senza che nessuno gridi allo scandalo, qualche suo uomo.
Ormai anche il tempo delle chiacchiere è scaduto, ci vogliono i fatti e nulla più, Rosella Sensi proclama il ritiro, Noi l’onore della maglia, calpestato, che va al di là di risultati e classifica.
Ora o mai più…fuori gli attributi, chi ce li ha.