Dai senatori ai giovani, il testimone é passato di mano nel derby. Il simbolo é Lorenzo Pellegrini, il trequartista che non ti aspetti. Solo in 2 partite, quando Di Francesco lo ha avuto a disposizione nel Sassuolo, si é spinto cosa avanti. Prima di tornare a Trigoria, e con l’attuale tecnico, ha fatto in neroverde l’interno nel 4-3-3 e il mediano nel 4-2-3-1.
L’intuizione di alzarlo subito dietro a Dzeko ha spinto la squadra fuori dal tunnel. Lorenzo ha il dinamismo del centrocampista, la qualità del rifinitore e la tigna del romanista. E ha soprattutto la personalità necessaria per quel ruolo. La palla se la va a prendere perchà© non gli scotta mai tra i piedi e la distribuisce a occhi chiusi, senza fare distinzioni, a chi sta davanti e a chi arriva da dietro. Adesso é insomma al centro del gioco. Pellegrini é l’apripista quando si butta negli spazi e quando va a pressare alto.
L’assenza di Pastore lo ha avvantaggiato. Cosa come lo stop di De Rossi ha riportato in quota Cristante. Spalla di Nzonzi e comunque regista pure lui. La mossa, dettata dall’emergenza , ha pagato: fisicità e palleggio. Cristante, quindi, sa stare la e anche bene, non avendo dimenticato che in quella posizione si fece apprezzare all’inizio della carriera. L’unico centrocampista, al momento, a disposizione é Zaniolo. Ma per sostituire Pellegrini.
Per il ruolo di mediano c’é solo Kolarov. Che prova in allenamento e colpisce in partita, come é accaduto nel finale della gara contro il Frosinone. Da centrocampista, il 1° gol stagionale. E’ l’unico adattamento che ci concede di questi tempi, e in corsa, Di Francesco. Tanto c’é Luca Pellegrini in fiore. E Santon in doppia fascia.