Zdenek Zeman, intervistato dal Corriere dello Sport, ha lanciato delle dure accuse nei confronti della società affermando che i giallorossi si allenano poco e male, senza professionalità. Ecco le sue parole:
“Vedere le ultime partite è stato triste, ho commentato la partita per la tv svizzera e non è stato semplice. C’è qualcosa che non va. Si può perdere ma non senza averci provato. Se ci fossi stato io, si sarebbe detto: le solite squadre di Zeman”.
SUL RITORNO ALLA ROMA
“Sono stato esonerato quando in un’intervista ho parlato del rispetto delle regole, di un ordine che abbia la priorità all’interno di un sistema organizzato. Non possono mancare principi chiari e norme, senza non c’è futuro. Il ruolo dell’allenatore viene accostato a quello del gestore, i tecnici sono succubi dei giocatori. Io ho l’abitudine a costruire e volevo farlo anche in quel caso. A Roma i calciatori fanno quello che vogliono, ne avevo sempre dodici sul lettino e due bloccati sul Raccordo Anulare e non mi andava bene. C’è un senso della professionalità che va tutelato, sempre, ed io a questo miravo”.
CHI ERA AL FIANCO DEL MISTER IN QUELLA STAGIONE
“Lamela, Marquinos, Florenzi, anche Pjanic ha fatto il suo dovere, anche se si lamentava. Lui era dentro un equivoco, fu preso per sostituire Totti”.
SU TACHTSIDIS E DE ROSSI
“Uno è regista e l’altro non l’ha mai fatto, né lo può fare e adesso gioca quinto di difesa”.
SULLA POSIZIONE DI CLASSIFICA
“La distanza tra me e la società non era rappresentata dai risultati ma nei dialoghi. Eravamo diversi nell’analizzare le vicende, nell’osservare le situazioni. Io privilegio la professionalità”.
SULL’IDEA FRANCESCO ROCCA
“Fa lavorare troppo. Alla Roma vige il concetto “massimo risultato con il minimo sforzo””.
SULLA ROMA DEL 1999
“Se fossi rimasto non si sarebbe vinto ma per altri motivi. Pensando a Calciopoli capirà”.
SUI TOP PLAYER
“Chiesi Batistuta, potevamo scambiarlo con Balbo e un conguaglio di 10 miliardi e successivamente pagarono sessanta un anno dopo”.
SU FRANCESCO TOTTI
“Per vent’anni si è portato la Roma sulle spalle. Oggi sono contento che non ci sia, così non si può dire che è colpa sua. La Roma senza Totti non esiste e lui deve fare quello che sente: se crede di essere in grado d’aiutare, va bene; ma io, al posto suo, alla sua età non me la sentirei”.
TOTTI COME ALLENATORE
“Non credo, lui è leader in campo. Spero che non passino tanti anni prima del prossimo Scudetto della Roma”.
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