(BLOG AS ROMA – CORTOCIRCUITO ROMA – FORZA-ROMA-ROMA.COM) – Una Roma troppo brutta per essere vera rimedia, a Catania, un misero punticino, grazie anche ad un regalo della terna arbitrale, in pieno recupero.
In questi casi, si dice che il punto fa classifica. In verità si tratta di una consolazione assai magra, di fronte all’enorme rammarico per avere buttato alle ortiche l’ennesima ghiotta occasione stagionale. Una vittoria, ieri, avrebbe portato la Roma a quota 10 punti, per intenderci, gli stessi del Genoa, soltanto 3 in meno rispetto ad Inter e Fiorentina, a 4 lunghezze di distanza dalla Juventus. Invece, ancora una volta, i giallorossi si ritrovano a fare i conti con una graduatoria penalizzante, distanziati oltremodo dalle “grandi” e scavalcata dalle “solite” sorprese che, a turno, si propongono come rivelazioni del campionato.
Fa male dirlo, ma questa Roma, discontinua e fragile, approssimativa e poco convinta, ha scarse possibilità di raggiungere il traguardo minimo prefissato, ossia il quarto posto.
Quest’anno la rosa è stata indebolita a favore delle esigenze di bilancio. Nonostante ciò, la società confida nel risultato sportivo per scongiurare il rischio di un ulteriore ridimensionamento. Il cortocircuito è evidente: una Roma sempre meno competitiva ha l’obbligo di migliorare se stessa per evitare di scarnirsi ancora.
Vincere e sopravvivere rappresentano concetti antitetici; non basta auspicare sistematicamente il miracolo, affidandosi alle abilità di Spalletti, piuttosto che alle ambizioni di Ranieri, per consolidare un discorso gestionale che abbia prospettive a lungo termine.
Oggi come oggi, la risposta non può e non deve venire dal campo. Il tifoso romanista è sufficientemente maturo per accettare un anno di transizione, purché sia funzionale all’apertura di un nuovo ciclo.
Chi si professa amante della Roma, dichiarandosi disposto a fare tutto il necessario per il bene della squadra, dovrebbe ormai dirottare ogni sforzo sulla individuazione di soggetti in grado di garantire la continuità aziendale, se possibile, accelerando i tempi, perché le programmazioni non si fanno ad Agosto, ma a Dicembre. Invece si continua a campare di espedienti, con un provincialismo a dir poco mortificante, inseguendo disperatamente un goccio d’acqua per non morire di sete. Così non si va da nessuna parte.