Morto un Papa se ne fa un altro… Forse…

(BLOG AS ROMA – FORZA-ROMA.COM) – Roma ed il Vaticano, l’Olimpico e San Pietro.
La storia dell’Urbe è eternamente scolpita nel connubio tra sacro e profano.
Per questo, non mi considero blasfemo se dico che mi piacerebbe girare tra le bancarelle ed i negozietti della Capitale, per vedere se predominano le foto di Totti o quelle del Pontefice.
Allo stesso modo, non mi giudico irriverente se mi rifaccio alla tradizione clericale per descrivere la sensazione che ho provato quando ho visto Claudico Ranieri entrare in sala stampa da allenatore della Roma, per la sua prima conferenza pre-gara.
Il più celebre dei detti popolari dice che morto un Papa se ne fa un altro. In realtà non è proprio così. La mente umana tende a mescolare la persona con il suo ruolo istituzionale, fino a fondere le due cose, creando vere e proprie icone. Nell’immaginario collettivo, tuttavia, la sostituzione della persona non comporta immediatamente la surrogazione dell’icona.
Quanto tempo deve passare prima che la figura papale venga automaticamente ricondotta all’ultimo eletto? Il rispetto e la devozione sono repentini, poiché ognuno sa riconoscere la sacralità della carica. Ciò non toglie che, ancora oggi, pronunciando la parola Papa, il pensiero di molti sintonizza le proprie frequenze sul profilo indimenticabile di Giovanni Paolo II.
Uscendo in punta di piedi da una metafora che potrebbe turbare la coscienza di qualcuno, dico che c’è differenza tra l’essere l’allenatore della Roma e fare l’allenatore della Roma. Tutto dipenderà dagli approcci, dalle empatie, dai risultati, ma soprattutto dal tempo.
Quanto più grande è il predecessore, tanto più difficile è il compito del successore.
Onore a Mister Spalletti. Che tu non venga mai dimenticato. Forza e coraggio a  Mister Ranieri. Che tu possa occupare ben presto un posto privilegiato nel cuore di tutti noi.

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