Thiago Asmar, inviato di Rete Globo, ha intervistato Maicon in un sportivo andato in onda sulla tv brasiliana. La Gazzetta dello Sport ha riportato l’intervista:
SULLA TRAGEDIA SFIORATA
Il periodo più triste è arrivato prima della nascita del calciatore brasiliano. Manoel Sisenando e Anisia avevano già perso un figlio investito da un camion mentre era in bicicletta. Maicon ha rischiato di morire quando aveva dieci anni in modo molto simile.
“In quell’epoca eravamo un lontani da padre. Lo vidi per la strada, andai di corsa a prendere le chiavi ma scivolai, precipitando sotto una macchina. Non mi resi conto esattamente di ciò che era successo. Rimasi lì sdraiato, mio padre mi prese in braccia e cominciò a piangere. In quel momento pensava di aver perso un altro figlio”.
SULLA CARRIERA DA CALCIATORE
“Rimasicirca un mese senza camminare. Mio padre mi portava in braccio per tutta casa, la famiglia traslocò da Novo Hamburgo, stato di Rio Grande do Sul, a quello di Santa Catarina, in cui Maicon era allenato proprio dal padre nelle giovanili del Criciúma”.
SULLA DEPRESSIONE
“Il Gremio mi aveva mandato via da ragazzo. Non avevo un fisico da calciatore. Poi dopo il Cruzeiro e lo sbarco in Europa, con Monaco e Inter prima di cadere in depressione per l’eliminazione del Brasile al Mondiale 2010, battuto ai quarti dall’Olanda. Ho avuto grande tristezza nel vedere così tanti grandi giocatori piangere nello spogliatoio. E’ stato brutto perdere in quel modo dopo aver fatto il migliore primo tempo di tutto il Mondiale”.
SULLA ROMA
“In tanti mi chiedevano: “Ma torni davvero in Italia?” Lì c’è la crisi. Io rispondevo sempre: “Ma quale crisi! Voglio tornare in nazionale e giocare il Mondiale in Brasile”. La Seleção è tutto per me”.
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