Il centrocampista di Montesacro Alberto Aquilani è già l’idolo dei romani e romanisti.
Viene ribattezzato "Il Principino" da molti di noi, per la somiglianza calcistica al "Principe" della Roma degli anni 80/90 Peppe Giannini, mio primo idolo calcistico della mia Roma.
Ma Peppe cerca di smorzare facili fantasie: "Non parlerei di mio erede – dice -, è sempre brutto fare paragoni. Ognuno ha i suoi tempi, modi e periodi nei quali viene collocato. Questo è un calcio diverso rispetto a quello di una decina di anni fa. Aquilani sta facendo grandi cose in questa Roma, è romano e romanista. Ecco, in questo lo si può paragonare a me. Probabilmente ha caratteristiche che ricordano Giannini, ma non parlerei di mio erede. Questo discorso è deleterio e riduttivo soprattutto per lui, che vuole affermarsi. Lo dico perché anch’io ci sono passato. Dicevano che ero l’erede di Paulo Roberto Falcão e questo condizionò i giudizi su di me nel prosieguo della mia carriera. Paragonando Aquilani a un ex giocatore si può condizionare chi lo deve giudicare e chi gli vuole bene".
"Ho l’impressione – continua Giannini– che a volte non cerchi molto la conclusione di testa. Deve migliorare qualcosa nel gioco aereo. Per il resto ha visione di gioco, calcia bene con entrambi i piedi, ha personalità, ha imparato a contrastare e quando poi, come nel suo caso, arrivi alla Nazionale, vuole dire che sei un giocatore di grande livello".