Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma, è stato intervistato ieri da Centro Suono Sport. Oggi il Corriere dello Sport ha riportato alcuni passaggi di quello che ha detto ieri l’ex giocatore. Il giocatore una ventina di giorni fa era stato chiamato per un saluto sotto la Curva Sud prima della gara Roma-Inter di campionato. Ecco invece le sue critiche alla società giallorossa:
“Se uno ha meno a che fare con il passato della Roma più viene preso in considerazione, con tutto il rispetto di Muzzi o Panucci. Perché il mio nome non viene mai preso in considerazione”.
SU TOTTI
“Francesco deve fare quello che ha fatto finora. Grazie al suo talento sa bene dove andare. Anche per Zeman non è cambiato molto perché aveva libertà durante la partita. Però gli rimprovero una cosa: sa che c’’è uno scemo che abita a quindici chilometri da Trigoria, che allenerebbe gratis. Io lavorerei gratis”.
“Le contestazioni ci sono sempre state, tutti abbiamo fatto stupidaggini. L’importante è avere la tifoseria unita. Forse proprio per questo non vengo mai preso in considerazione, perché conosco la bestia. Se un calciatore viene a dirmi, quando faccio l’allenatore, “non faccio la doppia seduta”. Per me non gioca. La gente deve entrare a Trigoria, vedo distacco tra la società e i tifosi. Per me aprire i cancelli farebbe sentire alla squadra che i tifosi ci sono. In allenamento i giocatori darebbero il trecento per cento”.
SULLA DIRIGENZA
“Mi dà fastidio vedere dirigenti che non hanno forze economiche ma vogliono decidere. Il direttore sportivo dovrebbe essere il mio riferimento, ma a rischiare poi è sempre l’’allenatore”.ù
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