Editoriale. Impressioni del giorno dopo

E’ una grande gioia.
Niente 4-3-3, messo da parte dal boemo nell’incredulità di tutti, ma un 3-4-3 che compatta la squadra e anche un discreto gioco: i Giallorossi cambiano abito, mettendo da parte smoking e guanti bianchi a causa degli avversari che cominciano a vedere Viola già dopo pochi minuti. La squadra di Montella non ha mai dato l’impressione di poter superare la granitica difesa Giallorossa, mai Neto ha dato l’idea di poter finire la partita senza dover raccogliere il pallone in rete. I Viola hanno picchiato dall’inizio alla fine e non è un modo di dire, o un’esagerazione; è la seconda volta che arrivano allo scontro “diretto” contro la Roma nella veste di sorpresa, e torna a casa a leccarsi le ferite. Una Roma guerriera, arcigna, solida e compatta: l’abbraccio di gruppo a fine partita, ma anche al gol di Destro e la corsa sotto lo spicchio Giallorosso sono immagini che difficilmente ci leveremo dalla testa facilmente.

La Fiorentina, che visti tutti gli ex ed il clima di “guerriglia” che è nato da qualche tempo, sembra un’altra squadra di cugini, ieri sembrava un altro derby. Borja Valero ha sgomitato, Cuadrado ha perso la testa, Rodriguez ha pestato volontariamente Destro e Romulo ha inseguito il match winner per rifilargli un calcione. Roba mai vista, considerando che la Roma fra gialli e rossi ha rischiato di andare in semifinale con la Primavera. Un arbitraggio pazzesco quello di Rizzoli, a cui lì per lì stentavo a credere.
I ragazzi di Zeman, ora, saranno chiamati a battere tre volte l’Inter in 10 giorni. La “trilogia” inzierà domenica sera: la Roma recupera Lamela, Osvaldo e Totti, mentre l’Inter ha in attacco il solo Palacio; si gioca in casa e l’umore è alle stelle.

Roma, perché no? ieri sera abbiamo visto che si può battere anche una squadra formata da più di 20 giocatori. Perché più di 20? Lega, Fiorentina, arbitri…a quanto stiamo?

Photo Credits | Getty Images

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