Libri: Baglioni e questo piccolo grande amore

Da canzone a film, da film a romanzo: una metamorfosi dopo l’altra – ma tutte legate tra loro – per ‘Questo piccolo grande amorè di Claudio Baglioni, hit cult degli anni ’70, che ora diventa anche libro per l’esordio narrativo del cantante. Esce infatti dopodomani per Mondadori ‘Q.P.G.A.’ (pp.264; 17 euro) racconto che riprende il tema della canzone leit motiv dell’immaginario e dell’esistenza di diverse generazioni. Baglioni sceglie la chiave romantica – e non potrebbe essere altrimenti – dando contesto alla canzone: Andrea, il protagonista della canzone, vent’anni dopo, vive a Parigi ed è diventato un architetto di fama internazionale (del resto lo stesso Baglioni si è laureato in architettura) In un viaggio di lavoro a Roma, luogo della canzone, Andrea compra un libro in cui ritrova il racconto dettagliato del suo primo amore. Parte così un lungo flashback della storia tra Giulia e Andrea, due ragazzi pieni di sogni e di ideali che si incontrano sullo sfondo complicato dell’Italia degli anni ’70. Andrea è al primo anno di università, e protesta nelle piazze perchè non vuole «arrendersi all’infelicità». Giulia lo incontra dopo una manifestazione e si innamora del suo sguardo, quello « di chi cerca il cielo, e cercare il cielo è già volare». Anche Andrea si innamora di Giulia, perchè ogni volta che lei ride sembra domenica, «quando l’aria sa di aria, l’acqua di pace e la vita di ciò che dovrebbe essere la vita». Tutte le differenze sociali che li dividono – e sono tante – sembrano scomparse, complici il mare e la Due Cavalli della Citroen, vettura feticcio di quegli anni e dello stesso artista che la celebrò in più di una canzone. Andrea e Giulia fanno l’amore dentro un capanno in riva al mare, ma è l’ultima felicità: il futuro architetto deve partire militare e la lontananza renderà tutto molto difficile. «L’amore – scrive Baglioni – è così, comincia quando ci si capisce senza parlare e finisce quando ci si parla senza capirsi». Il finale del libro è in sintonia con la canzone: nessun lieto fine e forse meglio così. Baglioni costruisce il romanzo con piani temporali diversi per dare corpo a ciò che in ‘Questo piccolo grande amorè era solo accennato: la storia di Andrea e Giulia, per l’autore, è il simbolo del rimpianto che nella sua mancanza di una controprova custodisce il suo fascino più duraturo. Come il ritornello della canzone con Giulia e «quella sua maglietta fina».

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