E’ il momento per tutta l’Italia di costruire i cosiddetti “stadi di proprietà“. Queste le parole di Platini qualche giorno fa. E’ possibile? Ci si riuscirà? La realtà perla chiaro: nel nostro paese la maggior parte degli impianti (tutti eccetto Juventus Stadium e Stadio Giglio di Reggio Emilia) sono di proprietà dei comuni con conseguente pagamento dell’affitto e sfruttamento della struttura praticamente nulla per tutto il resto della settimana. Il timore maggiore dei club è la possibile riduzione dei diritti televisivi per le partite di calcio visto che rappresenta il 60% (!) dell’intero fatturato di tutti i club di Serie A.
In Italia la gente non va più allo stadio ed ormai è un dato di fatto, peggio di noi solo la Ligue 1 per la bassa qualità del campionato. Le altre leghe europee fatturano moltissimi soldi con le presenze allo stadio: Premier League 610 milioni, Liga 428, Bundesliga 411. L’Italia è ferma a meno della metà: 197 milioni.
In questa stagione le uniche squadre che hanno aumentato i propri abbonamenti sono state Juventus e Roma: la prima grazie alla costruzione dello stadio ed alla vittoria dello Scudetto, la seconda grazie alle promozioni offerte ai tifosi giallorossi ed all’entusiasmo portato da Zeman, ma alla lunga non basterà. Proprio i giallorossi stanno cercando in tutti i modi di gettare le basi per il futuro stadio di proprietà anche, e sopratutto, senza nessuna legge. Infatti l’emendamento sugli stadi è stato definitivamente affossato in Parlamento ma la Roma va avanti lo stesso, anche senza aiutini proprio come fatto dalla Juventus. Proprio Tor di Valle è la zona più adatta visto che il terreno attuale ha già tutte le deroghe adatte per ospitare un impianto sportivo data l’esistenza dell’ippodromo. Manca poco: perchè avere uno stadio per tutti i tifosi giallorossi non sarà solo un vanto ma anche una garanzia per future vittorie.
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