Gli è rimasta in gola, quella partita. Per un diverbio con Lamela ha saltato un match importantissimo, per lui e per la Roma. Avrebbe giocato contro la Fiorentina, primo club di un certo livello che ha creduto in lui in Italia; avrebbe potuto dimostrare di essere cresciuto e non poco da quella stagione in cui diede una gioia enorme alla Fiesole, segnando il gol-vittoria in uno storico match contro la Juventus, ma in cui segno solo 5 gol. Il 4 Dicembre scorso Osvaldo non potè giocare quest’incontro, davanti la sua vecchia curva, per il motivo appena detto, ma questa volta non mancherà: il bomber Giallorosso ha una voglia matta di giocare questa partita e, se possibile, giocherà con più grinta del solito. Luis Enrique a metterlo in panchina non ci pensa nemmeno e non è “solo” per gli 11 (io dico 12) gol in 23 partite, ma anche per la rabbia e la dedizione con la quale gioca. Oltretutto Osvaldo ha anche un motivo in più per fare bene, quest’anno; questo motivo ha un nome ed un cognome: Cesare Prandelli.
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