Editoriale. Una Roma da Europa League, in linea con le aspettative

E’ triste dire così, ma forse questa Roma riescono a “leggerla” meglio gli esterni. Luciano Spalletti, intervistato ultimamente proprio riguardo l’As Roma ed il suo rendimento, ha detto: “In casa Roma ci sono stati tanti cambiamenti gestionali, è stata ringiovanita la squadra con acquisti importanti. Sta facendo quello che doveva fare, la posizione in campionato credo rispecchi pienamente quelle che erano le aspettative a inizio stagione“. Perchè uso le sue parole? perchè è il punto dal quale dovremmo partire tutti. Come scritto mesi fa, nessuno ci aveva promesso terzo posto o Scudetto. Quest’anno, si sapeva, sarebbe dovuto essere un anno di difficoltà, di ambientamento per molti, compreso l’allenatore: l’anno 0. La Roma doveva rifondare una squadra ormai logora e demotivata: sono arrivati 12 nuovi giocatori, quest’anno, solo considerando la prima squadra. Un intervento così massiccio sulla rosa è stato fatto proprio perchè c’era bisogno di un refresh generale. Qualcuno credeva veramente che una rosa così profondamente rivoluzionata potesse lottare per lo scudetto il primo anno o che potesse lottare da favorita per il terzo posto? ci sono squadre, come Lazio e Napoli, che hanno dovuto solo puntellare la rosa, comunque già composta da giocatori esperti e navigati. La Roma ha perso molte partite per una questione di esperienza: perchè si perdono sempre i match importanti e decisivi? perchè i giovani, per definizione, sono discontinui e “timidi”. E’ vero, alcuni mancano di personalità, ed è in quei momenti che i giocatori d’esperienza dovrebbero aiutare i compagni più giovani in difficoltà. Ebbene: il leader della difesa ha saltato tutta la stagione, il Capitano non ha mostrato mai la grinta degli anni passati, il vice-capitano ci è riuscito solo in parte. Rendiamoci conto che il vero leader di questa squadra molte volte è stato Borini, un ’91 al suo primo anno da titolare in Serie A. I difensori d’esperienza si sono infortunati tutti e tre ed è rimasto solo Heinze, anche lui un nuovo. Taddei non lo conto perchè è un terzino adattato ed in difesa non può aiutare più di tanto Josè Angel o Kjaer. Rosi è migliorato dal punto di vista del gioco, ma non dal punto di vista della personalità. Tutto questo mix di “problemi”, portano a fare errori grossolani, che a loro volta portano a sconfitte pesanti. E’ per questo che Sabatini e Baldini parlarono di due-tre anni. Questo è stato l’anno 0 e la Roma è esattamente dove ci si aspettava (anche qualcosina di più, visto che si lotta per il 4° posto); a giugno-luglio si compreranno giocatori più pronti ed esperti da affiancare ai giovani attuali. L’anno prossimo bisogna aspettarsi di lottare per il terzo posto dall’inizio della stagione. Personalmente non sono deluso dal piazzamento, quanto dalla “pesantezza” delle sconfitte. Per il resto, non sono deluso o scandalizzato. Se qualcuno credeva di poter contendere a Juventus e Milan i primi due posti, non è un problema di Luis Enrique, Sabatini o Baldini. La Roma non può fare molto di più che impensierire le squadre in lotta per il terzo posto. Le squadre che cambiano tanto e tutto insieme, hanno sempre problemi inizialmente. Non finirò mai di prendere in considerazione il Manchester City: a bocca asciuta anche quest’anno, nonostante una rosa di campioni e centinaia di milioni spese. Consideriamo anche il Liverpool: come la Roma hanno cambiato tanto, e cambieranno ancora, e dove sono? Più o meno come la Roma. E’ così, ci sta. E’ normale. Non puoi uscire immediatamente rafforzato da una rivoluzione calcistica, consideriamo se poi è anche “culturale”: nel senso che oltre ad avere compagni nuovi in un campionato nuovo di una città nuova, devi anche applicare e “studiare” un calcio straordinario nel vero senso della parola. Non sono alibi o giustificazioni, la Roma non mi paga per scrivere queste cose: semplicemente siamo dove dovevamo essere. Forse anche un po’ più in alto. Ripartiamo da qui.

Photo Credits | Getty Images

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