Editoriale. Luis Enrique e la fiera della faziosità (o dell’ignoranza?)

Troppo spesso, in Italia, ci sono persone che parlano di cose che non conoscono, che non capiscono. Troppo spesso, in Italia, ci sono giornalisti che credono di essere allenatori. Troppo spesso, in Italia, si parla senza cognizione di causa, semplicemente sull’onda delle proprie convizioni; parlano persone spinte solo e soltanto dalla faziosità. Sì, dalla faziosità se ci dice bene. Non possiamo ignorare l’eventualità che determinati “figuri” siano ignoranti e basta. A partire dal modulo: tutti i nostri grandi giornalisti, che di notte non sorvegliano Gotham City (magari) ma vestono i panni da allenatori vincentissimi ed espertissimi, sono convinti che Luis Enrique non abbia mai abbandonato il 4-3-3. Ebbene, con linguaggio socialnetworkiano si potrebbe semplicemente rispondere “LOL”, ma non scrivo per questo motivo. A parte che, sono convinto, molti giornalisti guardano la partita totalmente influenzati dalle parole di Luis Enrique (“faremo sempre la nostra proposta”, nda), senza notare poi le eventuali sfumature tecnico-tattiche. Non sono un allenatore, di tattica non posso dire di sapere chissà quanto, ma vedendo le partite risulta evidente che raramente la Roma è scesa in campo con il 4-3-3. Molto, molto spesso, la Roma gioca con il 3-4-3 o il 3-5-2, quando c’è Lamela dietro le due punte. Alcune volte “l’ottuso” Lucho (c’è mai stato qualche allenatore più attaccato da lui?) ha proposto anche il 4-2-1-2-1, con un centrocampo più fisico e coperto. Spesso, però, i tentativi di cambiare schema, hanno portato a grosse disfatte. Perchè? Se lo sapessi chiaramente non sarei qui, probabilmente sarei al posto di qualche allenatore, o starei facendo il secondo. Però una mezza idea me la sono fatta: entrare così prepotentemente nelle abitudini calcistiche di alcuni giocatori, rivoluzionare così il pensiero di molti calciatori, cercare di modellare molti giovani allo stesso tempo, evidentemente, comporta rischi e difficoltà. Ci vuole del tempo, ovviamente. E’ stupido dire che la Roma non sia migliorata per niente: ho visto una squadra continuare a non buttare il pallone sotto di due-tre gol, sotto di un uomo. Insomma, non mi dispiace l’atteggiamento generale della squadra. Lamela, Pjanic, Josè Angel, Rosi e Kjaer su tutti: li sta formando Luis Enrique, con l’aiuto di Sabatini. Sono tutti giocatori talentuosi, che però devono calarsi in una realtà particolare, cui nemmeno giocatori esperti come Totti, Juan, Perrotta, Pizarro sono riusciti ad abituarsi subito. Anzi, alcuni non si sono proprio abituati, nemmeno ci hanno provato. La cosa che più mi fa sorridere, però, è che pochissimi hanno capito che Luis Enrique non rimarrà a lungo in panchina, nonostante i risultati, perchè è straniero e “spagnoleggiante”, ma semplicemente perchè è diversa la concezione di CALCIO della dirigenza. Anche la dirigenza sta rivoluzionandosi, portando grandi novità. Luis Enrique è evidentemente un manager. Non è un semplice tecnico. La più grande soddisfazione deriva proprio da questo: Luis Enrique rimarrà in panchina, crescerà con la Roma, nonostante contestazioni, malumori di alcuni tifosi che rimpiangono Zeman, Mazzone o Bianchi (allenatori tutto tranne che vincenti, tralasciando l’affetto per i primi due). Ci si lamenta di sconfitte, di stagione “anonima”…siamo la Roma, mi sono perso qualcosa? Amo questa strada, sono uno di quei tifosi che si sente male, che ha l’ansia, la nausea, che sente ogni incontro. Quando però mi si parla di “gloria della Roma”, quando leggo di persone dire “non possiamo accettare di non arrivare in Europa, il terzo posto era dovuto” o “con Luis Enrique non vinceremo mai niente” mi avveleno sul serio. Non capisco. Non capisco, forse mi sono davvero perso qualcosa. Quando leggo di tifosi che dicono “non abbiamo un euro” o “che schifo di mercato”, non capisco come sia possibile dire queste cose. Che cosa abbiamo visto fino ad ora? Mercati di livello alto: quanti ne abbiamo visti? uno? due in tutta la storia del club? ci siamo abituati alle vittorie guardando vincere gli altri? abbiamo visto la “Rometta”, siamo stati umiliati in Europa ed in Italia, abbiamo fatto stagioni veramente patetiche, siamo andati in B…ed ora non ha si la forza di credere in un “progetto” diverso? non si può accettare un 5°, o 6° posto dopo una stagione di rivoluzioni? Non voglio nemmeno parlare, poi, dei “giornalisti” che paragonano la nuova proprietà e la nuova dirigenza alle precedenti, poichè li trovo esilaranti. E basta.
E, dopo tutte queste parole, ribadisco: i tifosi hanno tutto il diritto di manifestare, protestare, dire la propria. Ci mancherebbe. Non esiste il manuale del buon tifoso. Ognuno è diverso, ognuno ha le proprie reazioni ed i propri pensieri. Alcuni giornalisti, invece, dovrebbero prendere un vocabolario ed andare alla parola “Giornalista”. Così eh, se ne hanno voglia…

Photo Credits | Getty Images

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