Il dottore e la iusta cura

Il freddo della Transilvania, rigido e pungente, non ha fermato l’ardore della Roma che è stata di parola, vendicando la sconfitta dell’andata e fatto un passo quasi definitivo per la conquista degli ottavi di finale. Lo scenario non è dei migliori, il -3 del termometro infreddolisce muscoli e articolazioni ma la nuova Roma, modulo a rombo con forza e tenacia ha un cuore grande tanto da riscaldare e combattere la temperatura bassa.
Il Cluj tenta invano d’impaurire ma la corteccia dei giallorossi dalla fragilità di inizio stagione si è indurita, è diventata roccia e gli avversari sbattono contro un muro e nella conosciuta ripartenza colpiscono con la lieta sorpresa 2008/2009 Matteo Brighi, il valore aggiunto della quarta Roma Spallettiana ma che pian piano potrebbe diventare, se già non lo è, condicio sine qua non e poi con un’altra perla del Capitano, una parabola disegnata che ancor prima di calciare, il divino Francesco sa dove farla finire.
Il copione la Roma lo ha studiato bene, tanta sostanza mista a cuore e impegno, il terzo goal è un po la fotocopia del primo, il realizzatore neanche a dirlo, l’onnipresente Brighi, che rotola da aerea ad aerea e trova come i grandi campioni una doppietta memorabile, fino a qualche tempo fa impensabile.
La voglia di superare i bui momenti, la necessità di gridare, d’impaurire l’avversario, di uscire da un torpore troppo brutto, avvolgente quanto disastroso, la cura trovata in casa senza medici esterni e senza l’acquisto di nuove medicine, il dottore che fino a pochi giorni fa era stato accusato di non essere più capace ha trovato la strada giusta per guarire la sua paziente, la malattia strana e soprattutto rara aveva lasciato tutti nello sconforto. Non si credeva che la guarigione si potesse trovare dentro, molti ne erano convinti:cambiare primario e qualche vice ed il problema era risolto, invece no, il primario Luciano ha avuto ragione, eppur vero che ha apportato un cambiamento alla sua modularità ma del resto con i mezzi che ha a disposizione e dall’alto della sua geniale quanto furba condotta ha fatto si che pian piano la sua paziente fosse riportata alla guarigione superando ampiamente anche situazioni climatiche poco consone e reagendo al freddo e se in Transilvania ogni grado sotto lo zero corrispendeva ad un goal realizzato, la guarigione è servita e adesso al pranzo della domenica una bella fiorentina al sangue non sarebbe per niente male.

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