Rassegna Stampa | Il Romanista | Il giorno dopo il derby vinto a Trigoria è stato pieno di felicità. Su tutti De Rossi ha voluto ancora godersi un po’ il successo, arrivando al campo d’allenamento suonando il clacson della sua auto e fermandosi a salutare i tifosi…
E’ arrivato a Trigoria facendosi preannunciare dal furibondo strombazzamento del suo clacson. E i cancelli si sono aperti immediatamente. Il giorno dopo di Daniele De Rossi è ancora più bello. Capitan Futuro è stato uno dei grandi protagonisti del derby. Prima con una partita praticamente perfetta, poi con quell’esultanza sotto la Curva mostrando il 4 che resterà negli annali. Infine con l’arrivo al Bernardini ancora in pieno clima adrenalinico. Basta fare un giro su Internet per rendersi conto di quanto la festa di Daniele in mezzo alla sua gente sia diventata il simbolo dell’orgoglio giallorosso. Anche lui ieri si è voluto godere ancora per qualche minuto la gioia del 2-1 e, scendendo dalla macchina, ha sorriso e salutato tutti, senza bisogno di ulteriori parole. A parlare è invece Nicolas Burdisso. Schierato da Ranieri terzino destro, al posto di Cassetti, il Bandito, così come a Milano, è stato tra i migliori. Nonostante un calcio in faccia preso nel primo tempo, ha risposto col sorriso, pensando soltanto a giocare e a vincere, come ha confidato ieri: «Sapevo che sarei stato schierato dall’inizio (visto anche che domani non ci sarò per squalifica, ndr) e, come sempre, ho cercato di farmi trovare pronto». C’è riuscito eccome, Nicolas. Sorridente mentre coi compagni festeggiava sotto alla Sud e sorridente ieri a Trigoria, prima e durante l’allenamento: «Dopo la gara eravamo tutti felicissimi, nello spogliatoio regnava grande gioia perché abbiamo vinto una delle partite più importanti della stagione». L’eroe della serata è stato Fabio Simplicio: «Era contentissimo e tutti noi lo eravamo per lui. Segnare un gol nel derby era il sogno di tutti, spero che prima o poi capiti anche a me».
Tifosi, giocatori, dirigenti, allenatore, proprietà: A Trigoria è festa. Tutti godono del successo sulla Lazio. Il quarto derby di fila vinto (6 dicembre 2009, 18 aprile 2010, 7 novembre 2010, 19 gennaio 2011, tanto per non dimenticare) è ancora negli occhi, nel cuore e nella mente di qualsiasi romanista. Al Fulvio Bernardini l’appuntamento era per le 11, per la programmata seduta di allenamento. Presente anche il presidente Rosella Sensi che in queste settimane ha deciso di essere particolarmente vicino alla squadra: la Sensi ha parlato coi suoi più stretti collaboratori, ha assistito a parte dell’allenamento e poi ha lasciato il Bernardini. Pochi i tifosi, circa una cinquantina, ma tanta era la voglia di godersi ancora per un po’ l’euforia post vittoria. Il primo ad arrivare, sorridente, è stato Francesco Totti. Dopo di lui ecco Marco Cassetti, che ha mostrato ai tifosi la “V” di vittoria. Lui, l’eroe del primo derby del poker, mercoledì non c’era, fermato da un problema alla caviglia. Ma si è goduto lo stesso il trionfo dei compagni, così come dimostrava il suo buonumore. Gioa e serenità anche se i successi si mischiano alle voci. Anche se gli eroi di oggi potrebbero non essere quelli di domani. Sembra questo il caso, ad esempio, di Mirko Vucinic: il suo futuro (non quello immediato, come ha assicurato Ranieri «non si muove») è in bilico. Finito il campionato potrebbe accettare – si dice – una nuova destinazione. Ma poi lo vedi in campo ridere come un bambino al gol di Simplicio e uscire quasi frastornato dallo spogliatoio, dove, ad uno ad uno, aveva abbracciato tutti i compagni. E ti auguri che le voci restino tali. Stesso discorso per Mexes: a giorni il suo procuratore sarà a Roma, i suoi schiaffi in testa a Riise valgono quasi quanto una firma sul contratto in scadenza. A proposito di Riise: anche il norvegese, dal suo blog, ha voluto commentare il successo nel derby: «Le stracittadine sono sempre speciali ed è stato bello vincere. E’ difficile descrivere come ci si sente meravigliosamente bene, perché questo derby era così importante per il club, i nostri tifosi fantastici ed i nostri giocatori. Abbiamo giocato così e così il primo tempo ma siamo cresciuti in modo significativo nel secondo. Tatticamente è stata una buona partita da parte nostra». Adesso però è arrivato il momento di pensare al futuro, perché la Roma non può fermarsi: «Sento che siamo in buona forma e dobbiamo continuare a lavorare duramente perché ci sono molte partite importanti davanti».