Rassegna Stampa – Corsport – Il suo calcio è come un rap. Francese, comunque rap. Fenomeno Jeremy Menez. Che, se fosse possibile, anche quando gioca si metterebbe le cuffie per ascoltare la sua musica preferita, il rap francese, appunto, gruppi sconosciuti dalle nostre parti, ma che hanno un buon successo a casa sua, in particolare nelle banlieu parigine, quelle dove è nato e cresciuto questo ragazzo con la faccia un po’ così, testa che qualche volta lo ha tradito, piedi che danno del tu al pallone. Come mercoledì sera, quel numero sulla fascia destra, un pallone perfetto per il sinistro di Borriello, la conferma che se riuscirà a meta bolizzare continuità di rendimento, la Roma a libro paga ha un giocatore che non ha limiti. E non stava neppure bene per ché dopo una ventina di minuti della gara contro la Fiorentina, si era infortunato a una spalla, se la toccava, la proteggeva, sentiva dolore, tanto è vero che poco dopo la rete di Borriello, Ranieri lo ha richiamato in panchina per non rischiare di peggiorare la situazione. Obiettivo centrato visto che ieri la risonanza magnetica a cui si è sottoposto il francese al « Gemelli » , ha evidenziato solo una forte contusione alla spalla destra, un punto molto doloroso ma che non ne mette a rischio la disponibilità per la madre di tutte le partite, domani sera, a Torino, contro la Juventus.
PREDESTINATO – Può essere davvero, il francese, l’uomo in più di questa Roma rinata. Creando un problema d’abbondanza nel reparto offensivo giallorosso ma, come dice Ranieri,
«i guai un allenatore li ha quando ha pochi giocatori mai quando ne ha troppi»
Del resto era un predestinato. Quando aveva sedici anni, a casa sua si presentò sir Alex Ferguson convinto di tornare indietro con il giocatore, pronto a offrirgli un grande futuro con la maglia del Manchester United. Menez preferì temporeggiare, «per la gloria c’è tempo» . Quel tempo sembra essere passato. Del resto il suo contratto con la Roma, in scadenza nel giugno del 2012, prevede anche una clausola di uscita, chi si presenta a Trigoria con ventisei milioni di euro e il consenso del giocatore, se lo porta via, contratto o non contratto in corso. La Roma, peraltro, se lo vorrebbe godere ancora a lungo, in particolare il direttore sportivo Daniele Pradè che lo ha voluto a tutti i costi, puntando forte sul ragazzo parigino, acquistandolo sfruttando anche il fatto che si era appena operato di pubalgia e la coincidenza che Wenger che per conto del l’Arsenal aveva offerto venti milioni per acquistarlo, aveva ritirato la sua offerta proprio per quell’intervento chirurgico.
TREQUARTISTA – Ora a Roma ha convinto un po’ tutti. Soprattutto in quel ruolo di trequartista dietro le punte che può consentirgli di sfruttare sino in fondo il suo talento, una progressione in velocità che per fermarlo bisogna picchiarlo, una qualità nei piedi che non si può discutere, una fantasia che gli consente di immaginare e fare cose vietate ai giocatori normali.