La Sampdoria chiede la rescissione unilaterale per giusta causa del contratto con Antonio Cassano.
La decisione, presa ieri a seguito della “aggressione verbale” che il barese avrebbe compiuto a danni dello stesso numero uno blucerchiato Garrone è confermata dall’Ansa che si avvale di fonti interne alla società.
La rottura tra Cassano e la Sampdoria viene confermata anche da Beppe Bozzo, procuratore del giocatore:
«Se questo è un modo per liberarsi di Cassano, basta dirlo, l’ho sentito molto giù, molto depresso, avvilito. Antonio in questo momento è un ragazzo distrutto. Antonio ha dato tantissimo alla Sampdoria ed è molto legato alla squadra. Però adesso si sente tradito. Io, d’altra parte, ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per mettere le cose a posto. Sono venuto a Genova, ho assistito personalmente alla telefonata tra Antonio e il presidente Garrone. Quando me ne sono andato per me era tutto sistemato. Francamente mi sfugge la logica delle cose. A meno che non ci si voglia liberare di Antonio. Ma allora farebbero prima a dirlo.»
La colpa di Cassano sarebbe quella di aver saltato un premiazione:
«Voleva stare a casa con la moglie – spiega Bozzo – i soldi non sono il problema»
Sempre secondo il procuratore, Garrone e Cassano avevano chiarito il diverbio telefonicamente:
“Evidentemente è successo qualcosa tra la serata e la mattina successiva perchè poi sono cambiate le carte in tavola».
A Cassano era stato proposto un documento contenenti delle scuse formali che l’attaccante si sarebbe rifiutato di firmare:
«Un documento che non sta nella logica delle cose. Si sono intestarditi su questo documento che andava al consiglio d’amministrazione della Sampdoria. E nel quale il presidente Garrone prendeva atto delle scuse ufficiali e formali del giocatore. Io non mi sono opposto al documento in sè. Mi sono opposto invece al sistema adottato. Hanno detto al giocatore ‘devi firmare sennò facciamo filtrare la storia»