Roma-Cesena vista dalla Curva – Forza-Roma.com (Edoardo Marullo). L’avvento della tessera del tifoso, dopo aver disturbato i sonni estivi di tanti tifosi (romanisti e non), rischia di raggiungere uno scopo non dichiarato ad alta voce dal governo, ma non per questo meno voluto.
Già, perchè uno degli obiettivi raggiunti ieri sera dalla tanto contestata novità è stato quello di mostrare una Curva Sud diversa dal solito… meno entusiasta, meno spensierata, meno concentrata… in poche parole più disunita. Che sia questo il vero motivo per il quale il governo abbia istiuito questo ennesimo obbligo? Vuole forse minare la compattezza della moltitudine di tifosi che agisce da sempre come un corpo unico tale da sprigionare la forza di un Leviatano?
A prescindere dall’esiguo numero di presenze registrate allo stadio, vuoi per le evidenti difficoltà di rientro dalle vacanze, vuoi per le scarse novità portate dal calciomercato estivo e vuoi per il debole fascino esercitato dall’avversario, allo stadio si è avuta infatti, per la prima volta da quando riesco a ricordare, la netta sensazione di non trovarsi tutti sulla stessa barca.
La Roma aveva avvisato i possessori di tessera di presentarsi ai cancelli dello stadio con congruo anticipo, richiamo risultato vano, visto che la sonnecchiosa atmosfera di un pomeriggio agostano non ha certo impedito l’afflusso di un pubblico romanista tutto sommato paziente e ordinato. Nel frattempo, nei pressi degli ingressi della Curva Sud, i gruppi organizzati del tifo capitolino inscenavano una civile protesta, improvvisavando un torneo di calcetto andato in scena fino a quando questi ultimi non hanno fatto il loro ingresso sugli spalti alla fine della prima frazione di gioco.
La partita è iniziata quindi in un clima surreale, poca gente sugli spalti, intere aree transennate e cori decisamente sottotono se si esclude il classico inno “Roma, Roma, Roma” di inizio partita. Fortunatamente la contestazione è rimasta ragionevolmente fuori dallo stadio e non ha creato tensioni degne di nota tra tifosi tesserati e non. I presenti, pur rispettando la decisone presa dai propri fratelli romanisti, non erano tuttavia del tutto convinti del fatto che la loro squadra del cuore potesse tranquillamente fare a meno dell’incitamento di quella che universalmente viene riconosciuta come una delle tifoserie più appassionate del mondo. Gli assenti, d’altro canto, si facevano notare solo per qualche simpatica goliardata, come il lancio verso la folla di qualche busta piena d’acqua.
Nel secondo tempo poi, con il ripopolamento della Curva e con il timore di non riuscire a portare a casa il risultato contro una squadra percerpita dall’intero stadio come nettamente inferiore (tanto che la maggior parte dei tifosi si trovava spesso costretta a consultare fugacemente i giornali sportivi per capire chi diamine fosse il 5 o il 77 del Cesena, in modo da poterlo successivamente insultare chiamandolo per nome), l’atmosfera si è fatta più calda e si è tornati a tifare, a urlare e a cantare. Purtroppo, senza esito. Le occasioni fallite da Vucinic e la balbettante costruzione del gioco romanista indisponeva non poco, le parate di Nonno Antonioli facevano letteralmente imbufalire anche i più ascetici. Anche il tardivo ingresso di Okaka, che molti supporter avrebbero voluto vedere in campo prima, e al posto di Vucinic, ha creato scompiglio in Curva… soprattutto perchè alcuni si sono domandati se Ranieri fosse stato fulminato sulla via di Damasco da un inconsueto attacco di Zemanite acuta. I tifosi della Roma sembravano tornati, la voglia di spaccare il mondo pure, e per un attimo la Curva Sud si mostrava di nuovo in tutto il suo orgoglio. Dico un attimo perchè al fischio finale, quando si è alzato il coro “Tifoso tesserato porti male!”, si è capito che la frattura ormai era reale e che l’unica medicina per ricomporla dovranno essere le vittorie.