Adriano, il progetto scudetto parte da lui

Rassegna Stampa – Gazzetta dello Sport – Conquistati i cuori, accarezzato lo scudetto, asciugati i lucciconi, mostrato il sorriso gentile di chi sa perdere con dignità, «senza nessun rimpianto», non fa che ripetere Claudio Ranieri. Il giorno dopo, a freddo, è intatta la speranza di riprovarci e, la prossima volta, di riuscirci anche. Non si bene quando né come, ma capiterà. «Se continueremo a lavorare così — dice Daniele De Rossi —, prima o poi uno scudetto lo vinceremo».

Stessa strada: Senza montarsi la testa, senza sperare che d’improvviso i soldi comincino a crescere dagli alberi di Trigoria, insommasenza trascurare i bilanci. La strada è sempre quella, a meno di epiloghi drammatici della querelle Italpetroli-UniCredit (arbitrato in arrivo) o di golpe societari. «Un programma difficile, ma molto interessante — garantisce Ranieri —. Loro spenderanno e spanderanno ancora, non avranno problemi. Noi, invece, continueremo con la nostra politica di contenimento dei costi». Dunque, sarà ancora benessere contro austerità, la corazzata e il motoscafo. «Prima o poi…».

Ecco. La speranza è intatta e l’appuntamento con lo scudetto rinviato al prossimo campionato. I competitors in affanno — Milan ancora senza allenatore, la Juventus dovrà fare amicizia con Del Neri — e dunque la Roma spera di recitare ancora il ruolo dell’antagonista. Ma ci vorranno intelligenza e conoscenze. Qualche sacrificio, qualche scommessa vincente. Adriano, per esempio, rientra in questa categoria? La Roma lo contattò a gennaio, prima di virare su Luca Toni. E ora che Toni ha ripreso la strada di Monaco — voleva un triennale per restare nella capitale —, Adriano torna d’attualità. Qualcuno, nella Roma, crede che sia un ottimo affare: ha una clausola per liberarsi praticamente a zero dal Flamengo, ha già dato la sua disponibilità (raggiunto un accordo di massima con l’agente Gilmar Rinaldi, lo stesso che porterà nella capitale Fabio Simplicio), ha voglia di riemergere dopo l’esilio in patria e la mancata convocazione al Mondiale. Ma quanti sarebbero i rischi dell’operazione Adriano? La tenuta psicofisica del centravanti preoccupa: tende ad ingrassare (eufemismo) e a fare la bella vita. A Roma non gli mancherebbero le opportunità. E come schierarlo insieme a Totti? Chi sarebbe il centravanti titolare? Adriano accetterebbe la panchina senza mugugnare?

Riconoscenza, parola sconosciuta nel calcio. Rodrigo Taddei, 30 anni, grande protagonista dell’epopea spallettiana e della resurrezione di Ranieri. Il suo contratto è scaduto, vorrebbe rinnovare per quattro anni. «Penso di meritarlo — ha detto —, vorrei finire la mia carriera a Roma». Ma la società non intende concedergli più di un triennale. Si vedrà nei prossimi giorni (come il contratto di Cassetti, altro scaduto). Sarebbe un peccato se questa storia finisse male. Mentre è solo una formalità il prolungamento di Julio Sergio, per quattro anni. «Voglio migliorare e vincere con questa maglia», dice il portiere. Sarebbe un danno, invece, se non si riuscisse a riscattare Nicolas Burdisso, fin qui prestato dall’Inter, ma ora ci vorranno i soldi. Lui è chiaro: «Io la mia scelta l’avrei fatta, mi sento un tutt’uno con la maglia della Roma. Le due società hanno tre mesi per trovare un accordo». Ci sarebbe anche il fratello minore, Guillerme, difensore del Rosario Central. «È più forte di me, l’ho già detto alla Roma». Ma un Burdisso già basterebbe e avanzerebbe.

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