La Roma spera in un miracolo non nell’aiuto laziale

Rassegna Stampa – Corsera – Lavorare di Primo maggio è già un’eccezione, anche se il calcio è un mestiere sui generis e molto ben pagato. Però l’anticipo della 36ª giornata di serie A, a Parma, mette la Roma in una situazione davvero complicata. In pratica si trova a giocare contro quattro squadre: il Parma, naturalmente, che troverà in campo alle 18; Lazio e Inter, nel posticipo di domenica alle 20.45, che sarà davvero un grande svantaggio perché le sue due rivali – i nerazzurri per lo scudetto, i biancocelesti per la sfida rusticana – sapranno i risultati delle altre partite; il Bologna, che, se dovesse vincere o pareggiare a Bergamo, domenica alle 15, condannerebbe alla retrocessione l’Atalanta e permetterebbe alla Lazio di non avere più il minimo bisogno di guardare la classifica dietro di sé. Un intreccio tipicamente italiano, dove i sospetti hanno più spazio delle gambe. Una situazione nella quale la Roma si è cacciata con la sconfitta di domenica scorsa, all’Olimpico contro la Sampdoria, perdendo il diritto, come diceva Claudio Ranieri, «di essere artefice del proprio destino».

È proprio l’allenatore di San Saba, però, a tenere alte le speranze in un miracolo. Perché la sua squadra, prima della Samp, aveva comunque messo insieme 24 risultati utili consecutivi in campionato. Perché mollare adesso sarebbe assurdo, dopo tutti gli sforzi fatti. Perché alcuni giocatori potrebbero giocarsi il futuro nella Roma proprio dimostrando o meno la forza mentale che Ranieri vuole.

Prima mossa: levare gli alibi. «Non ho sospetti e non ho il minimo dubbio che la Lazio giocherà per togliersi una grande soddisfazione. Se poi l’Inter vincerà, avrà dimostrato che è la più forte, in Italia come in Europa. È vero che ora dipendiamo dai risultati altrui, ma dobbiamo lottare sempre, come vuole il nostro pubblico. Noi non abbiamo la forza dell’Inter, ma, con l’energia che ci dà la nostra tifoseria, tutto è possibile».

Ieri cinquecento tifosi romanisti hanno protestato, civilmente, davanti alla sede della Federcalcio per i torti arbitrali che ritengono di aver subito dall’arbitro Damato nella gara contro la Sampdoria. Altri duecento sono andati al centro sportivo di Trigoria per incitare la squadra prima della partenza per Parma. In almeno 6.000 saranno oggi allo stadio Tardini.

La scansione delle gare è l’unica concessione che Ranieri fa, anche se con stile, al dubbio: « Quello della contemporaneità delle gare nelle ultime giornate, forse, è un discorso che andrebbe un po’ rivisto. In Italia, almeno».

Ben più esplicito è un tifoso storico della Roma, l’ex parlamentare verde Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio, ai microfoni di TeleRadioStereo: «La mancanza d i contemporaneità andrà sicuramente ad influenzare il risultato di Lazio-Inter. E poi c’è anche il problema dell’ordine pubblico, con il rischio che le due tifoserie di Roma e Lazio potrebbero incontrarsi per le strade della città».

Già, perché un gesto come quello di Adriano Galliani – che ha invitato anche i tifosi del Milan a tifare Inter, in finale di Champions League, per mantenere i quattro posti nella massima competizione – a Roma sarebbe preso come una bestemmia. Anche se il presidente Lotito lo nega, c’è pressione da parte dei tifosi biancocelesti sui giocatori della Lazio. Un aiuto alla Roma – tanto più dopo i due derby persi e i pollici all’ingiù di Francescco Totti – sarebbe intollerabile per il 99% dei laziali.

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