I Cesaroni, Amendola contro Totti e la Roma

I Cesaroni di Amendola contro Francesco Totti e la Roma

Venerdi  14 marzo ore 21.15 Canale 5 I Cesaroni con la Roma di Totti.

Dal libro delle barzellette alla prima pagina de La Stampa. Un bel salto per Francesco Totti: un articolo a sua firma sul quotidiano di Torino per l’inno alla gioia e all’orgoglio di essere romano. La posizione in pagina, naturalmente, un "piedino", secondo il linguaggio tipografico ormai in disuso. Ma dal suo piede parte questa volta un’ode alla trippa, alla coda alla vaccinara, a I Cesaroni della Garbatella accostati al Colosseo, a Giulio Cesare e a San Pietro in una simpatica confusione di gusti e di livelli. "Mica l’ho detto io, l’hanno detto gli inglesi – è l’attacco dell’articolo – la cosa più bella e affascinante dell’Italia siamo noi romani. Da scrivere con la R maiuscola?", si domanda Totti incurante del dubbio trasteverino. "Cafoni o no, sappiamo conquistarvi, non meravigliatevi, siamo sempre stati i primi". La conclusione è di rigore: "Fatece largo".
E si farà largo assieme a tutta la squadra giallorossa nella puntata della fiction di Canale 5, in onda domani sera alle 21.15. Tutto è accaduto a Trigoria, il ritiro della Roma, martedì 31 luglio, alle 12.00, con una temperatura esterna sahariana. Come riportato qualche tempo dal Tv Sorrisi & Canzoni sul campo sintetico dalle 8 e 45 si allenavano tutti i giocatori della Roma, compresi quelli della Primavera e il nutrito cast de I Cesaroni nonché numerose comparse.
Stabilito che Francesco Totti e Claudio Amendola sarebbero stati i capitani, il gioco della monetina determinava invece la formazione della San Paolo e della Garbatella, mischiando equamente attori e campioni. Le Garbatella Sisters, capeggiate da Elena Sofia Ricci, la compagna di Amendola nella fiction, gremivano gli spalti. Tutto era pronto per il fischio d’inizio. In campo, i volti tesi, sulle panchine, Luciano Spalletti da un lato e Antonello Fassari dall’altro, urlavano le strategie d’attacco. Ma al posto del fischio d’inizio partiva il ciak.
Attaccanti e difensori correvano. C’era un atterramento. Capitano Amendola era sul rigore. "Ahò – gridava – mo’ je faccio er cucchiaio". E infatti ecco il primo centro. Da bordo campo, il regista urlava: "Buona la prima" e si andava oltre. Sulla prestazione di Amendola, il suo amico Francesco Totti commentava: "Claudio è un calciatore mancato. Ha tecnica e potenza. Diciamo che forse potrebbe migliorare un po’ la resistenza e la tenuta fisica. Negli spogliatoi, mi ha promesso che ci lavorerà". A questo parere tecnico, rispondeva poi l’allenatore Luciano Spalletti: "Amendola? Bravissimo, soprattutto nelle finzioni. Anche quando palleggia infatti è un vero attore". Il gioco riprende e la caciara pure. A bordo campo Antonello Fassari e Max Tortora incitavano la squadra. Erano tutti sudati e stremati, ma bastava una pacca sulla spalla fatta dal difensore Simone Perrotta o del centrocampista David Pizarro per ridare vigore al match. Il regista stoppava l’azione. Il calcio di punizione andava ripetuto e poi invitava tutti i giocatori a fare azioni a centrocampo. Servivano per gli stacchi all’interno della puntata che, oltre a proporre spezzoni della partitona, racconta la depressione e lo sconforto che a un certo punto assale Giulio Cesaroni (Claudio Amendola) e di come l’ipotesi di incontrare i suoi idoli calcistici lo rimette in forma. Dopo una serie di azioni sotto porta e di contropiede, ecco l’ultimo ciak.
Trattandosi di una fiction, i 90 minuti regolamentari della partita sono stati ridotti a 30. Tutti negli spogliatoi. La puntata è stata portata a casa. Al tradizionale scambio delle maglie, seguiva la corsa sotto la doccia. I giocatori della Roma dovevano tornare agli allenamenti. Amendola, invece, sembrava risvegliarsi dal sogno, quello di aver giocato con il suo amico e idolo Francesco Totti. "Allora, come è andata?". "E me lo chiede? A luglio ho arbitrato la partita per gli 80 della Roma. In 90 minuti mi sono passati davanti i campioni degli ultimi 40 anni e ora ho giocato con le stelle del firmamento moderno… Proprio io che da ragazzo seguivo le partite dalle gradinate con i capelli dipinti di giallo e rosso. Il mio non è tifo. Per la Roma, provo una passione vera, sono fanatico. E poter giocare con loro è stato bellissimo. Anche perché la nostra presenza qui serve a dare un contributo all’associazione ‘Nuovi Orizzonti’. Sia noi che i calciatori devolviamo il compenso in beneficenza".
La partita tra il San Paolo e la Garbatella ha avuto una gestazione lunga e difficile: "Per mesi, anzi da più di un anno, abbiamo pensato di scendere in campo con dei veri campioni" prosegue l’attore. "Ma gli impegni, le trasferte, gli allenamenti rimandavano sempre questo momento. Io e Francesco abbiamo iniziato a telefonarci: volevo che lui facesse l’attore per un giorno e lui voleva che io facessi il calciatore per poche ore. Per trovare un accordo, si sono mossi anche gli alti vertici delle nostre aziende. Roba grossa". Con Claudio Amendola c’era il figlio Rocco, di 8 anni, avuto dalla compagna Francesca Neri, manco a dirlo, romanista sfegatato. "Quando avevo 5 anni vidi la mia prima partita della Roma con mio padre Ferruccio. Io invece ho portato Rocco all’Olimpico quando ne aveva solo 3. Se andiamo avanti così, mia nuora partorirà allo stadio. Forza Roma, forza Lupi".

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