La Roma riparte dalla formula Dzeko

Mettiamoci una pietra sopra. Una volta per tutte. Altrimenti si correrebbe il rischio di andare ancora avanti con una serie infinita di inutili contraddizioni. Dzeko e Schick, ora é palese, non possono giocare l’uno al fianco dell’altro. Ci ha provato (poco) Eusebio Di Francesco; ci ha provato (un po’ di pià¹) anche Claudio Ranieri, ma i risultati sono stati praticamente sempre deludenti. E, a questo punto, non conviene neppure continuare a pensare a una loro convivenza. O l’uno o l’altro; mai pi๠i due insieme.

Ranieri, affidandosi alla vecchia pretattica, aveva annunciato che difficilmente i due sarebbero stati titolari contro l’Udinese, poi ci ha ripensato ma alla fine del primo tempo non ha esitato pi๠di tanto prima di lasciare il ceco negli spogliatoi, mantenendo in campo il solo Dzeko. Una riflessione, al volo: se Di Francesco non li aveva quasi mai impiegati in tandem, evidentemente s’era reso conto che era impossibile farli coesistere. Detto questo, va aggiunto che la Roma non é una squadra abituata (tatticamente) a giocare con due attaccanti la davanti, e a farne le spese sono (soprattutto) proprio le due punte. Mal cercate, mal servite e, a loro volta, mal predisposte alla manovra dei compagni.

IL CINQUE DI PACE – Non puಠessere solo un caso, pecià², che la Roma sia riuscita a sfondare il muro dell’Udinese nella ripresa, cioé quando in campo, la davanti, c’era solo il Cigno di Sarajevo. Uno che ha bisogno di aria, di spazio. Che deve sentirsi il padrone dell’attacco. Un Dzeko tornato al gol all’Olimpico dopo quasi un anno di astinenza (era il 28 aprile 2018). E, al di là  dei giusti rimproveri per il lungo ritardo, non poteva trovare occasione migliore per regalare una rete da tre punti alla Roma. Come era accaduto, in questa stagione, solo alla prima di campionato in casa del Torino.

Un gol apparentemente facile, propiziato da un assist da libro Cuore di El Shaarawy. Cioé colui che non troppo tempo fa era arrivato addirittura alle mani con il bosniaco (ricordate Ferrara?). Stavolta nessuna pizza, solo cioccolatini. E sorrisi (non di circostanza, forse) e cinque dopo che la palla era terminata da mezzo minuto alle spalle di Musso. Alla fine vince ancora la Roma e, per la seconda volta di fila, senza subire reti. Tre punti che profumano di Champions, ma che – per ora – valgono solo per l’Europa League.

(Il Messaggero, M. Ferretti)

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