“Sono tornato a casa”, ha fatto subito sapere Claudio Ranieri

“Sono tornato a casa”, ha fatto subito sapere Claudio Ranieri appena sbarcato a Ciampino. Ma chi glielo ha fatto fare, s’é subito pensato. Perchà© uno come lui, già  protagonista nel biennio 2009-2011 sulla panchina giallorossa (sfiorando lo scudetto e fallendo la finale di Coppa Italia contro l’Inter del triplete), uno che ha vinto e guadagnato bene ovunque, si é preso l’onere di condurre la Roma in questa mini avventura? Semplice: “Quando la Roma ti chiama é impossibile dirle di no, non ci ho dormito”. Ecco, appunto.

Uno come lui alla Roma non dice no, pur sapendo che questo amore di ritorno durerà  solo tre mesi: contratto da un milione (lordo) all’incirca. Magari non sarà  solo fino a giugno, Claudio arriverà  tra le prime quattro e si guadagnerà  il rinnovo (difficile), oppure un ruolo in società  (probabile).

“Claudio non é solo un tifoso della Roma, – ha detto Totti – ma é uno degli allenatori pi๠esperti nel mondo del calcio, abbiamo bisogno di mani esperte”. Ranieri, all’arrivo, é passato a casa, il tempo di un bicchier d’acqua e subito a Trigoria, la ha avuto inizio ufficialmente la sua avventura bis con la Roma. Firma del contratto, stretta di mano con i dirigenti, l’ad Guido Fienga e poi l’incontro con il vice presidente Mauro Baldissoni, poi la passerella negli spogliatoi e in infermeria (ahilui, piena), dove ha incontrato calciatori e vecchi amici, tipo Vito Scala.

Si é portato Paolo Cornacchia come match analyst e Paolo Benetti come vice, e durante l’allenamento ha tirato fuori la sua dote da motivatore. Nel frattempo il presidente Pallotta da Boston ha inviato i suoi auguri. “Con Ranieri abbiamo l’obiettivo di ottenere la qualificazione in Champions. Volevamo un allenatore che fosse in grado di motivare i giocatori”.

“I giocatori ora sentano la Roma, il valore della maglia, l’appartenenza alla città .- ha detto Ranieri a Roma TV – Chiedo questo per essere appagato. In dodici giornate ci giochiamo il futuro. I ragazzi sono sensibili, la gente ci stia vicino, specie nei momenti difficili. Chi soffre veramente siamo noi tifosi. Dobbiamo essere noi stessi e dare il massimo. Io pagherei per stare nella Roma, questi tutti noi dobbiamo capirlo. La Roma é sempre stata la mia vita, da giocatore, da allenatore, da tifoso. àˆ nel mio Dna”.

(Il Messaggero, A. Angeloni)

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