"Sarebbe molto bello come coronamento della mia carriera". Ludovic Giuly si riferisce a un successo con la maglia della Roma, dopo averne centrati altri in gran parte delle squadre dove ha militato (Monaco, Lione, Barcellona) prima di approdare nella capitale. Un altro mondo per lui. Anche per i ritmi. "Qui ci si allena molto di più che al Barcellona- racconta a Don Balon- È stato un cambiamento molto forte perchè ho 31 anni e non recupero come facevo a 22". Tuttavia il "piccolo principe" sembra non avere accusato più di tanto il salto dalla Liga alla serie A, che in molti pagano: "Il gruppo mi fa sentire bene. Io mi sento fenomenale e questo si nota nella mia maniera di giocare. Mi piace farlo sulla fascia destra perchè lì sono abituato, ma adesso sto giocando anche come seconda punta. In tutti i modi, sono contento perchè ogni giorno gioco di più. Qualunque ruolo va bene". Giuly è uno dei pochi giallorossi ad avere segnato in campionato, Champions e Coppa Italia: "Segnare non è il mio primo obiettivo, perchè non sono un attaccante nato. Dico sempre che già mi va bene segnare dieci gol a stagione. La cosa più importante è che mi senta bene nella squadra". Quella di Francesco Totti: "Lui qui è il re. Non puoi toglierlo dalla squadra, perchè aiuta molto e segna sempre. Tuttavia ci sono giocatori come Vucinic che possono prendere il suo posto quando non c’è. Insomma, non finisce tutto con Totti". Ciò nonostante, come accaduto l’anno scorso, è di nuovo incolmabile la distanza che divide la squadra di Spalletti dall’Inter capolista: "L’Inter è uno squadrone. Ha giocatori incredibili e poi sono tantissimi. Saranno 30 o 40 giocatori, tutti di livello internazionale. Il compito che ci aspetta è difficile ma speriamo sempre in un loro passo falso". È già morta e sepolta, invece, la speranza di Giuly di tornare in nazionale. Almeno fino a quando sarà ct Domenech: "È un discorso chiuso finchè Domenech sarà ct. C’è amarezza perchè non posso vivere questa esperienza". E tutto per colpa di un sms mandato da Giuly alla moglie del ct della Francia: "Parlai di questo con lui senza problemi. Non ce n’erano con lui nè con sua moglie. Insomma, con nessuno. È un allenatore che fa cose strane. Non posso nemmeno parlare con lui. Non mi risponde. Lui svolge il suo lavoro da solo, senza ascoltare nessuno. Cosa posso fare? Inseguirlo per tutta la mia vita? No, non è possibile. Non voglio il posto da titolare ma almeno rientrare nell’elenco dei ventitrè". E non è il solo a trovarsi in questa strana situazione: "Penso a Trezeguet. Ha vinto un Europeo, un Mondiale, continua a segnare con facilità ma tutto questo per Domenech non conta (visto che non convoca lo juventuno, ndr). Peggio per lui, a me non interessa". Giuly avrà modo di rifarsi con la Roma e una piccola soddisfazione se l’è già tolta. Battere il Real Madrid. Prima di riuscirci proprio a Don Balon disse: "Battere un avversario di questo tipo ti dà tantissimo morale sia per la Champions che per il campionato. Battendolo ci convinceremmo di avere qualità. Se succedesse credo che smetteremmo di pensare all’Inter ma penseremmo solo a noi stessi. Inoltre, saremmo molti vicini alle semifinali e alla finale. Dobbiamo passare il turno per tutto questo e dare una svolta importante al nostro finale di stagione". La vittoria sul Real è arrivata, per tutto il resto c’è Giuly.