La Repubblica, M. Pinci
Dal vertice londinese tra Pallotta e i dirigenti é emersa una certezza: la Roma a gennaio deve comprare. E per farlo ha necessità di vendere. Per questo, nessuna offerta puಠessere accantonata senza pensarci su. Il problema é che quella attesa a breve sulle scrivanie di Trigoria non é per un giocatore qualunque. Ma per uno dei migliori dell’organico romanista: la Cina chiama Nainggolan. Lo ha fatto attraverso un’opera di tessitura di alcuni intermediari, sull’asse Roma-Pechino. E la proposta che trasferita all’agente del calciatore é di quelle da far tremare i polsi: 13 mln l’anno, da parte di due club diversi. Si tratta del Guangzhou Evergrande e del Beijing Gouan.
Nainggolan, a dire il vero, preferirebbe ancora restare nella capitale, nonostante le tensioni con la società dopo il video di capodanno con alcool e bestemmie. Ma certo non é semplice dire “no†a cifre simili. E di fronte a una proposta da 50/60 mln, la Roma non potrebbe fare altro che sedersi a trattare. Fino a oggi perಠla trattativa non é decollata per un motivo molto semplice. Ossia che l’offerta alla Roma non é ancora arrivata. Il perchà© é il frutto delle recenti evoluzioni del mercato cinese: in Cina, dalla scorsa stagione, esiste una tassa del 100% sui trasferimenti superiori ai 6,63 milioni di dollari. Ossia, se paghi un giocatore da quella cifra in su, devi versarne altrettanti in un fondo a sostegno dei vivai cinesi. Un problema. In pià¹, da quelle parti non hanno gradito il “ caso†Aubameyang: l’attaccante del Borussia Dortmund aveva trovato un accordo proprio con il Guangzhou, ma l’affare da 72 mln é saltato dopo un richiamo della federazione che invitava i club a contenere le spese. I romanisti che sperano in una permanenza di Nainggolan, si augurano che la federazione cinese non cambi idea.