I numeri dell’anno solare dei giallorossi

Rassegna Stampa Forza-Roma.com – Il Messaggero, U. Trani – «Se firmo, lo faccio a due mesi dalla fine del campionato». Spalletti ha chiuso il 2016 e aperto al rinnovo. Che, senza fretta, si farà . Alla società  sta bene aspettare altri 2 mesi, da sfruttare per la programmazione, cosa come all’allenatore piace attendere ancora qualche settimana, per capire meglio quanto accade a Trigoria. Lucio quello che vuole già  ce l’ha: la completa autonomia nella sfera tecnica e il totale controllo sul mercato che ovviamente andrà  condiviso con la proprietà  e la dirigenza sempre nel pieno rispetto del bilancio. Il matrimonio, insomma, non é in discussione. E i risultati gli danno forza. Quelli personali e della Roma che, come ha ricordato il tecnico, ha finito l’anno con 86 punti, dietro solo alla Juve che ne ha conquistati 100, al Real che ne ha presi 91 e al Barà§a che si é fermato a 87. Le big di Spagna hanno giocato 38 partite, come la regina d’Italia. Sono invece 39 le gare dei giallorossi, ma al momento di tirare le somme la posizione é sempre la stessa, anche senza i 3 punti della partita contro il Chievo, e quindi di prestigio, nonostante il dolorosissimo flop nel playoff di Champions che rimane il buco nero della stagione.

PROGRESSI EVIDENTI – Proprio il record eguagliato degli 86 punti (i primi 2 con Garcia) in un anno, come nel 2006 e sempre con Spalletti in panchina, dà  forza alla Roma, pronta a riprendere, dall’8 gennaio a Marassi contro il Genoa, l’inseguimento alla Juve che oggi ha 4 punti di vantaggio e che perಠa febbraio dovrà  recuperare la gara contro il Crotone (in trasferta). Il raccolto del 2016 certifica la continuità  dei giallorossi, soprattutto nelle 37 partite della gestione di Lucio: 19 del campionato passato (14 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta)e le 18 di questo (12 successi, 2 pari e 4 ko) in cui va leggermente pi๠piano. Il tecnico, non la Roma. Che, dopo 18 giornate del girone d’andata, ha 5 punti in pi๠ed é comunque al 2° posto (nel torneo scorso solo al 5°, a 6 punti dalla capolista). Oggi mancano i punti in trasferta: oltre al derby, solo le vittorie esterne contro il Napoli e il Sassuolo. Ma l’Olimpico ha fatto la differenza (13 successi di fila, compresi gli ultimi 3 di maggio): en plein, come la Juve, e 10 vittorie su 10 (contando anche quella contro la Lazio), con 30 su 38 punti fatti in casa. Insomma c’é solo da preparare meglio i viaggi. E da non sbandare pi๠contro le piccole. Lo ricorda proprio Lucio a Roma Radio: «Gioveda abbiamo fatto un passo avanti sotto l’aspetto della maturità  e della personalità . La partita della Juve si poteva sbagliare, quelle invece contro l’Empoli e il Cagliari no. La bisogna dire “Questa la vinco e basta”. Ci abbiamo messo un po’ a carburare e ad essere squadra, ora siamo molto pi๠forti. Abbiamo avuto un po’ di sfortuna con gli incidenti che non hanno determinato la quadratura. Ma siamo stati altrettanto bravi perchà© chi ha giocato si é dato da fare». E il toscano non si é certo spaventato a cambiare sistema di gioco, l’ultimo il 3-4-3. Ma presto Mario Rui sarà  pronto e pi๠avanti anche Florenzi. E a gennaio la rosa sarà  completata.

VOLTI NUOVI – «Se riusciamo a essere uniti e coinvolti in quello che ricerchiamo possiamo far diventare Natale tutti i giorni Natale. E se il supporto di quello spicchio di stadio diventa regolare e si allarga le partite come quella di gioveda diventano la normalità Â». Il riferimento va a chi fa gruppo. Nello spogliatoio, in campo e nella Sud (laterale). Ma Spalletti cita la resurrezione del Faraone per spiegare che cosa si aspetta dai suoi interpreti: «L’esempio é El Shaarawy: contro il Chievo l’ho visto entrare su certi palloni che altre volte non avrebbe tenuto». Pure Dzeko, 13 reti in campionato e 5 in Europa League (nella scorsa stagione 10 totali), non si deve accontentare, anche perchà© quando segna lui la Roma vince sempre: «Con pi๠determinazione, avrebbe fatto tre gol anche al Chievo». Ma i protagonisti sono altri e non annunciati: Fazio, sbarcato da quarto centrale e oggi punto fermo, ed Emerson, esterno di scorta e adesso fluidificante mancino a tempo pieno. Entrambi ufficialmente della Roma, il brasiliano prima dell’argentino, avendo raggiunto il numero di presenze per essere qui a titolo definitivo. Lucio non scopre oggi Fazio (primo in A per le respinte difensive di testa: 64): «Ha qualità  e personalità , ne avevo parlato anche quando ero in Russia. Contro il Chievo ci ha dato una mano importante. Ha fatto vedere la pesantezza del ruolo di centrale difensivo ed é stato anche un regista. Se si fa giocare mediano é fortissimo, copre campo e arriva al limite dell’area». Emerson é il suo pupillo:«Gli é stato detto che puzzava un po’ e quindi doveva profumare. Ha un piede importante quando tira. Appena riuscirà  a riconoscere di aver fatto esperienze in cui si sente libero di esprimere le sue qualità , noterete come diventa». Nei 90 gol della Roma in campionato nel 2016 c’é anche il suo del 14 maggio a San Siro.

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