Spalletti conferenza stampa Roma-Fiorentina
Spalletti conferenza stampa Roma-Fiorentina, il tecnico parla prima della sfida di domani sera contro i viola.
Cosa teme della Fiorentina?
“Quello che ha aggiunto e quello che ha da 4 anni da questa parte. Hanno fatto un calcio moderno, spettacolare. Hanno creato una squadra solida, tosta convinta di poter avere delle possibilità importanti. Ec andando a prendere in esame il gruppetto delle squadre di cui fa parte la Fiorentina è quella che è stata più brava di tutte”.
Le condizioni di Nainggolan e Pjanic
“Sono a disposizione, c’è Iago che ha un po di febbre ed oggi non si allenerà. Daniele sta continuando il suo recupero”.
Dzeko giocherà o no?
“Secondo me ci sono delle cose che devo ancora pensare e mi devo prendere tutto il tempo. Ha fatto bene quando è entrato, si è allenato benema c’è anche la valutazione della squadra da fare. Oggi non sono preparato”.
Si somigliano Roma e Fiorentina?
“Entrambe cercano di comandare il gioco, un pò si somigliano. Hanno molti centrocampisti, molti palleggiatori, hanno la capacità di saper leggere le situazioni. Sono bravi ad interpretare le varie situazioni. Sanno sistemarsi occupando diverse zone di campo, si mettono diversamente prendendo dei vantaggi rispetto alla posizione dell’abbersario. Questa volta bisogna essere più bravi di sempre. Ho fiducia nei miei giocatori, loro sono convinti di aver fatto un’pera d’arte e devo dire che i ragazzi hanno fatto un capolavoro nell’avere la mentalità per lottare fino in fondo senza farsi influenzare mai nei risultati o da una prestazione”.
Sulla questione della Curva Sud, come si risolve?
“Mi sono già espresso, spero nel buon senso di quelli che gestiscono questo confronto, questo malinteso che si è creato. Posso aggiungere che a Empoli ci siamo sentiti comodo durante quell’abbraccio di 95 minuti ed è servito a reagire in quel momento dopo il pareggio. Dopo sono stati sicuri ad avere quell’atteggiamento da grande squadra, tutti quelli che erano a Empoli hanno contribuito”.
Kalinic e Dzeko sono simili?
“Sono un pò diversi, Kalinic è uno dei più bravi ad attaccare lo spazio dietro al centrale, è bravo ad andare dietro alla linea e sotto porta. Conosce il suo obiettivo, non si trasca trascinare in attenzioni che non sono importanti. sa quello che deve fare, Dzeko ha altrettante qualità ma gli piace più la palla addosso, più che andare in taglio gli piace andare sul secondo palo con la palla passante. Kalinic è più da primo palo. Sono due grandi calciatori, Dzeko lo aveva fatto vedere e Kalinic sono stati bravi ad intuirlo ed a dargli fiducia e lui gli ha restituito la fiducia”.
Del mondo Roma si è parlato tanto delle difficoltà ambientali, Rudi Garcia ha detto che è la piazza più difficile del mondo a fare calcio, usando un iperbole. Lei dice il contrario. Nota un atteggiamento diverso della squadra rispetto a 10 anni fa? Più sul pezzo?
“Con Burdisso ci sono stato poco, una settimana circa. Penso di non avergli dimostrato tutto in una settimana. Mi piacerebbe piacere ritrovarlo, è un grande campione e mi avrebbe restituito quello che ho provato a dargli. Penso che Roma sia un ambiente ideale per lavorare, purtroppo nella vita ci sono delle persone che non fanno,, e quelli che fanno e che si accodano a quelli che fanno. Per stare ad un buon livello tengono l’ambiente ad un livello basso. Qua le cose si fanno, quelli che hanno paura degli altri che fanno quello che non fai tu.. Devono andare via. Senno non si va a migliorare. E’ semplice la mia risposta, ci sono tornato. Potevo anche stare fermo. Posso scegliere quello che fare, sono padrone del mio tempo. E se sono tornato qui è perchè si lavora bene e vi si farà vedere che è così. I ragazzi hanno imboccato la squadra giusta, Burdisso se ce lo prestano una settimana e gli si fa vedere come si lavora. Tutti sono professionisti nel ruolo che occupano, se uno ha possibilità 10 deve dare 12 o cercare di arrivare a toccare le stelle, deve attaccarsi lassù. Perchè se uno ha quella voglia lì non rimarrà solo impolverato dal terreno. Da un punto di vista mio è così ed il mio atteggiamento sarà sempre in quella direzione. Ho finito?”
Ha avuto modo di parlare con Pallotta? Ier El Shaarawy ha svelato che Pallotta ha chiesto a tutti qualcosa in più.
L’ho salutato, ci ho parlato e mi è sembrato contento, carico di entusiasmo. Libero di far valere la sua qualità di persona, e quando si è liberi si riesce a mettere la carica in campo. Prima del mio arrivo è sceso in campo parlando ai calciatori, ha visto l’allenamento. E’ stato con noi nello spogliatoio e come l’ho conosciuto mi piace perchè ha voglia di fare. Ed è in sintonia con quello che ho detto. E se vuole migliorare fa bene a dire così, bisogna avere il coraggio di osare. Quello che fa la differenza è una costanza di pensiero, una strada che si possa percorrere e vedere davanti con gli stimoli e gli incentivi. E’ bravo a trovarli”.
Tatticamente con la Fiorentina che si aspetta? Un pressing alto come contro il Napoli? Il pressing alto può incidere per l’inserimento di Dzeko?
“Mi piace questa soluzione, sei uno attento e non ci avevo pensato. Loro verranno a pressarci, sapranno cambiare atteggiamento in base ai nostri tentativi. A Firenze hanno durato per svariati mesi a bisticciare se la Fiorentina giocava a 3 o a 4 o a 5. Qua c’è tutta la bravura del loro mister perchè lui ha creato questa squadra elastica, che cambia continuamente dentro le azioni stesse, dentro le situazioni di gioco. Si cambiano di posizione, questi mediani bravissimi davanti alla difesa. Hanno Borja, Bernardeschi, Tello, Kalinic, Ilicic. Riescono in base alla loro qualità a creare un buon prodotto, è un mix tra i pensieri dell’allenatore e la loro qualità. E’ una soluzione che può starci, lo teniamo presente e domani vedremo che viene fuori”.
Da quando lei è qui si è esposto su molti argomenti, da Totti fino ai tifosi. E’ andato al di la del suo ruolo specifico. Si sente un po solo? Ha chiesto vicinanza alla società di esporsi su argomenti che non la riguardano?
“L’altro giorno abbiamo fatto la foto e c’erano due collaboratori miei, un altra 30ina di calciatori più qualche fotografo, sono tutti con me e sono tutti lì ad aiutarmi ad indicarmi quali sono le soluzioni da dare. Sono in buonissima compagnia di tantissime persone, abbiamo dentro la Roma più di una squadra sola. C’è un altra squadra , altre squadre che preparano tutto dalla mattina alla sera. Mancava solo il presidente, ora c’è e siamo al completo. Prendo decisioni che riguardano il mio lavoro, che riguardano la mia area e la mia posizione. Io devo decidere su che allenamenti fare, a che ora allenarsi, quello che mangiare lo dice il nutrizionista, come curare il medico, il magazziniere fa trovare lucidissime le scarpe, il caffè lo fa il barista. Io faccio solo e voglio fare solo il mio lavoro, e li qualche cosa voglio dire perché poi dipende da me su quel risultato”.
Terrà conto degli impegni che ha avuto la Fiorentina contro il Tottenham ed il Napoli? Crede che il lavoro che sta facendo con El Shaarawy è lo stesso che sta facendo Sousa con Bernardeschi?
“Fra tre o quattro giorni, dopo questa, andremo a giocare col Real Madrid che ha giocato ieri, non dirò ai miei giocatori che sono più stanchi di quelli avversari. Fa parte dei discorsi dell’ambiente, dell’intrufolarsi e dell’avere dei vantaggi. Le partite vanno giocate quando devono essere giocate, ci sono impegni internazionali da tenere presente. Noi bisogna farsi trovare pronti, allenarsi bene ed essere pronti, questo è il nostro dovere. Dobbiamo esprimere tutto in quei 90 minuti, non possiamo portare nella partita che ci siamo riposati un giorno di meno. Loro lo sanno bene come noi, fa parte della solidità mentale del team. Bisogna vincere la partita martedì se si vuol passare il turno, non ci sono pensieri per altre cose. Loro faranno altrettanto. Su Bernardeschi ed El Shaarawy direi che sono simili, hanno grandissime potenzialità. In tutte le cose c’è una partenza ed una fine, c’è un percorso, come il campionato. Il percorso è quello che conta: se hai voglia di imparare, di creare questa apertura, di analizzare e di vedere un contrasto vinto o perso, di analizzare quante volte hai affrontato il tuo avversario. Se sarà così allora ci sarà una crescita mettendoci qualcosa di più oltre la partenza che hai fatto. Loro hanno analizzato il percorso per mettere qualcosa di più oltre quella che è stata la loro partenza, per arrivare in fondo meglio di come son partiti”.
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